Voyager 2: dopo 40 anni il salto interstellare

Dopo 40 anni di girovagare nello Spazio, la sonda spaziale Voyager 2 della Nasa ha raggiunto i confini del Sistema Solare ed è pronta al grande salto: quello interstellare. La sonda si trova ora a 17,7 miliardi di chilometri dalla Terra, una distanza 118 volte superiore a quella tra il nostro pianeta e il Sole e, come ha già fatto la gemella Voyager 1 nel 2012, si accinge a varcare l’invisibile soglia che separa il nostro sistema planetario dal resto dell’universo. A renderlo noto è la Nasa, che ha rilevato nei dati della sonda un aumento dei livelli di raggi cosmici provenienti dall’esterno del Sistema Solare.

“Stiamo osservando un cambiamento nell’ambiente intorno a Voyager 2”, ha spiegato uno dei responsabili del progetto Voyager, Ed Stone, del California Institute of Technology (Caltech) di Pasadena. Per l’esperto, però, “la sonda non ha ancora raggiunto la cosiddetta eliopausa”, che segna il confine del Sistema Solare. Ma come si fa ad assegnare un confine al nostro sistema planetario? La risposta viaggia nel vento solare, un flusso di particelle cariche che sulla Terra disegnano spettacolari aurore polari e nello spazio plasmano un’invisibile bolla che ci separa dal resto del cosmo. Un confine fluttuante, che si muove avanti e indietro come le onde del mare, a causa dell’attività ciclica del Sole con un minimo e un massimo ogni 11 anni circa.

Secondo le teorie attuali, al confine del nostro sistema planetario il vento solare rallenta fino a fermarsi, bilanciato dalla radiazione delle stelle della Via Lattea. Voyager 2 si trova tra questi flutti, come dimostra l’eccesso di raggi cosmici captato dai sistemi di bordo, ancora in funzione malgrado siano basati sull’elettronica a transistor di 40 anni fa.

Lanciate nel 1977, le sonde Voyager hanno fatto una sorta di Grand Tour del Sistema Solare, visitando i 4 pianeti più esterni: Giove, Saturno, Urano e Nettuno e alcune delle loro lune. Hanno, ad esempio, scoperto che anche Giove ha anelli, ma più rarefatti di quelli di Saturno. Hanno rivelato per la prima volta la presenza di attività vulcanica su un corpo celeste diverso dalla Terra, la luna gioviana Io. E hanno osservato per la prima volta le piogge di metano su Titano, luna di Saturno. Le sonde hanno inoltre a bordo un disco di rame dorato, simile ai vecchi 33 giri, su cui sono incisi suoni e immagini della Terra. Un messaggio in bottiglia cosmico, che fa delle Voyager autentiche ambasciatrici dell’umanità nell’universo.

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