Due nuovi articoli pubblicati su Alzheimer’s & Dementia mostrano che la valutazione dei microRNA nel sangue può essere utilizzata non solo per diagnosticare un lieve deterioramento cognitivo (MCI), ma anche per predire il passaggio da questo deterioramento a demenza collegata alla malattia di Alzheimer.…
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Alzheimer: strumento basato su IA prevede i casi che progrediranno
Un team dell’Università di Cambridge, coordinato da Zoe Kourtzi, ha sviluppato un modello di apprendimento automatico, basato su Intelligenza Artificiale, in grado di prevedere se e quanto velocemente un individuo con lievi problemi di memoria e di elaborazione del pensiero andrà incontro alla malattia…
LeggiAlzheimer: identificate differenze a livello di invecchiamento cellulare
Alcune cellule cerebrali invecchiano più rapidamente di altre e sono sproporzionatamente presenti nelle persone che soffrono della Malattia di Alzheimer. A questa conclusione è giunto il lavoro di un team dell’Università della California di San Diego, coordinato da Sheng Zhong, secondo il quale vi…
LeggiAlzheimer, ruolo della proteina ABCA7
Un team dell’Alzheimer Center del Temple University Health System (USA), guidato da Nicholas Lyssenko, sta studiando un nuovo possibile target terapeutico per la malattia di Alzheimer. Si tratta di ABCA7, una proteina nota per proteggere dalla malattia neurodegenerativa. Lo studio, che evidenzia le correlazioni…
LeggiAlzheimer: da farmaci antinfiammatori possibile opzione terapeutica
Alcuni farmaci antinfiammatori attualmente in studio, che includono gli inibitori della proteina p38, potrebbero rivelarsi dei trattamenti efficaci anche per la malattia di Alzheimer. È quanto ipotizza uno studio condotto da ricercatori dell’Università del Kentucky, guidati da Linda Van Eldik. La ricerca, pubblicata su…
LeggiLe parodontiti facilitano la formazione delle placche nella malattia di Alzheimer
Le parodontiti sono associate alla formazione della placca amiloide, la caratteristica distintiva della malattia di Alzheimer. È la conclusione cui è arrivata una ricerca condotta da un team del Forsyth Institute e della Boston University, pubblicata dal Journal of Neuroinflammation, che mostra come la…
LeggiAlzheimer: difetti della mielina promuovono la malattia in età avanzata
La mielina difettosa promuove i cambiamenti correlati alla malattia di Alzheimer. Rallentare il danno alla mielina legato all’età potrebbe aprire a nuovi approcci per prevenire la malattia neurodegenerativa o ritardarne la progressione. È quanto emerge da una ricerca pubblicata su Nature da un team…
LeggiAlzheimer, ultranovantenni resilienti alla malattia
Un team dell’Università della California di Irvine, guidato da Roshni Biswas, ha evidenziato che le persone più anziane, che vivono oltre i 90 anni con capacità cognitive superiori, hanno livelli di patologia cerebrale simili a quelli dei malati di Alzheimer, ma meno problemi a…
LeggiAlzheimer: la durata del sonno profondo è un fattore protettivo
Il sonno profondo, quello della fase non-REM, può agire come ‘fattore di riserva cognitiva’ che può aumentare la resilienza contro la proteina beta-amiloide nel cervello, collegata alla perdita di memoria causata dalla demenza e dalla malattia di Alzheimer. E’ quanto emerge da uno studio…
LeggiAlzheimer: infezioni comuni influiscono sulla performance cognitiva
Le persone anziane o di mezza età che presentano elevati livelli di anticorpi di comuni virus quali Herpes simplex e cytomegalovirus, hanno scarse performance a livello di test cognitivi che valutano diversi aspetti, dall’orientamento alla comprensione, dalla memoria all’attenzione. È la conclusione cui è…
LeggiAlzheimer: menopausa precoce e tardo avvio della terapia ormonale aumentano il rischio
Andare in menopausa in età precoce potrebbe costituire un fattore di rischio per la malattia di Alzheimer; tuttavia le donne che assumono una terapia ormonale appena entrano in menopausa non correrebbero lo stesso rischio. È quanto osservato in uno studio da un team del…
LeggiAlzheimer, le cellule T “accendono” la malattia
Nella malattia di Alzheimer le cellule T giocano un ruolo chiave nella neurodegenerazione correlata alla proteina tau. E’ quanto emerge da una ricerca condotta da un team della Washington University di St. Louis; una scoperta che potrebbe aprire la via a nuove strategie di…
LeggiL’Alzheimer si “legge” nella retina dell’occhio
Uno studio coordinato da Maya Koronyo-Hamaoui, del Cedars-Sinai Medical Center, di Los Angeles ha evidenziato i complessi effetti della malattia di Alzheimer sulla retina dell’occhio e in che modo questi cambiamenti corrispondono alle alterazioni a livello di funzionalità cerebrale e cognitiva. I risultati della…
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