
Lo studio
Il gruppo guidato da Caroline Crowther. della University of Auckland in Nuova Zelanda, ha valutato 988 bambini tra i 6 e gli 8 anni, le cui madri hanno partecipato allo studio ACTORDS e si sono concentrati sul tasso di sopravvivenza libera da disabilitĂ neurosensoriale, funzione cognitiva, comportamento, risultati scolastici e salute connessa alla qualitĂ della vita. Le evidenze hanno mostrato che non vi erano differenze significative tra chi aveva ricevuto ripetute dosi di corticosteroidi in epoca prenatale e chi aveva preso placebo.  Entrambi i gruppi presentavano elevati tassi di asma e ricorso ai servizi sanitari. Nessuna differenza nei gruppi riguardo alla tolleranza all’esercizio fisico valutata dai genitori o dagli insegnanti e nemmeno dal punto di vista psicologico. Per Erika Ota,  del Centro Nazionale per la Salute e lo Sviluppo del Bambino di Tokyo, “la scoperta è chiara: non c’è nessuna differenza tra il gruppo sul quale si è intervenuto in epoca prenatale e il gruppo di controllo quando crescono, il che significa che non esiste alcun danno connesso alla somministrazione ripetuta di corticosteroidi, ma che, anzi, essa è utile per gli esiti perinatali”.
Fonte: Pediatrics 2016
Will Boggs MD
(Versione italiana per Quotidiano SanitĂ /Popular Science)
