Allarme “diabete urbano”: un malato su 2 vive in città

L’allarme arriva dalla Società italiana di diabetologia (Sid): è epidemia di “diabete urbano”. Nelle città infatti una persona su due è diabetica. Il dato emerge da un’indagine Sid condotta su Roma presentata a Rimini nel corso del 27/mo Congresso della Società.

Dall’analisi emerge che nei distretti a più alta prevalenza di diabete è più alta la percentuale di soggetti che si muovono con mezzi di trasporto privati, mentre è risultata inferiore la quota di residenti che si muove a piedi o in bicicletta. Spostarsi in bici o a piedi è dunque il primo passo per contrastare questa ‘epidemia cittadina’. Da una dieta sana all’abbandono dei mezzi privati, la Sid invita dunque i cittadini delle metropoli a combattere le cattive abitudini.

In Italia, le persone con diabete sono 3,7 milioni, di cui il 52% risiede proprio nelle 14 città metropolitane. “Il problema del diabete urbano”, afferma il presidente Sid Giorgio Sesti, “è un problema globale. L’International Diabetes Federation prevede che nel 2045 i tre quarti della popolazione diabetica vivranno nelle metropoli o in città. Inoltre, si sta assistendo ad un incremento dell’obesità in coloro che vivono in aree urbane. Per sensibilizzare le istituzioni ed i cittadini, la Sid ha dunque aderito al progetto Cities Changing Diabetes allo scopo di promuovere stili di vita virtuosi”.

Prendendo come modello Roma, l’area metropolitana più popolosa d’Italia e la quarta d’Europa, è stato possibile costruire una mappa del diabete e dei fattori di rischio nella città italiana, spiega Antonio Nicolucci, direttore del Center for outcomes research and clinical epidemiology. In particolare, precisa, “la prevalenza di diabete negli 8 distretti dell’area metropolitana è stata messa in relazione con indicatori degli stili di vita e di stato socio-economico. Nell’area metropolitana di Roma – prosegue – la prevalenza di diabete varia fra il 5,9% e il 7,3% e nei distretti a più alta prevalenza di diabete è risultata più alta la percentuale di soggetti che si muovono con mezzi privati, mentre è inferiore la quota di residenti che si muovono a piedi o in bicicletta”.

Questa osservazione ha evidenziato la forte correlazione tra diabete e stili di vita e l’importanza, affermano gli esperti, dell’attività fisica. Inoltre, i distretti con più alta prevalenza di diabete si caratterizzano per un più elevato tasso di disoccupazione e una più bassa percentuale di laureati/diplomati, ma anche per un più basso indice di vecchiaia. Questi dati “sottolineano come, in un ambito urbano – avvertono i diabetologi – il basso stato socioeconomico costituisce un fattore importante di vulnerabilità per il diabete”.

L’analisi effettuata su Roma rappresenta a tutti gli effetti “un nuovo modo di considerare una patologia cronica come una rete di complesse interazioni e per questo – conclude Nicolucci – il modello sarà ora esportato alle altre aree metropolitane italiane”.

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