Diversi esperimenti hanno aiutato a spiegare parte dello squilibrio fra materia ed antimateria nell’Universo, ma non completamente. Un gruppo di teorici dello SLAC ha sviluppato un possibile metodo per determinare se il celeberrimo bosone di Higgs sia implicato nella questione. Gli scienziati del collisore del CERN, dove il bosone di Higgs è stato scoperto, ricercano un tipo specifico di decadenza del bosone quando il collisore verrà nuovamente avviato nel 2015: i dettagli di questa decadenza potrebbero dire loro se il bosone ha qualcosa a che fare con lo squilibrio materia/antimateria. Il motivo per cui esiste più materia che antimateria è uno dei più grandi misteri che confondono i fisici delle particelle ed i cosmologi, ed affonda le sue radici nel cuore dell’esistenza. Nel periodo susseguente al Big Bang, quando l’Universo appena creato si è raffreddato abbastanza da consentire la formazione della materia, la maggior parte delle coppie di particelle materia/antimateria che sono venute ad esistere si sono annichilite a vicenda: eppure, qualcosa ha spostato l’equilibrio a favore della materia, o noi non saremmo qui. Il bosone di Higgs recentemente scoperto è connesso direttamente con i problemi di massa e materia: chiedersi se sia implicato nella preponderanza della materia sull’antimateria appare ragionevole. La ricerca si basa su un fenomeno chiamato violazione dell’equilibrio di carica, o CP: quest’ultimo concetto significa che la natura tratterebbe un particella e la sua gemella di carica opposta in modo diverso. La ricerca della violazione CP nel collisore è difficoltosa: le indagini sulla proprietà del bosone di Higgs sono appena iniziate, ed è necessario progettare gli studi con molta attenzione se si desidera comprendere meglio come esso si comporta in condizioni diverse. (Phys Rev 2014; 90 (7))
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