Nel corso dell’Annual Meeting dell’American Society of Clinical Oncology (ASCO) – che si è concluso martedì 3 giugno – sono stati presentati i nuovi dati provenienti da due studi clinici sull’uso sperimentale di isatuximab somministrato per via sottocutanea (SC) tramite un iniettore indossabile (OBI, on-body injector, noto anche come on-body delivery system) nel mieloma multiplo recidivato o refrattario (MM R/R).
Le evidenze emerse supportano il potenziale utilizzo di questo metodo innovativo per ottimizzare la cura dei pazienti, mantenendo al contempo il profilo di efficacia e sicurezza di isatuximab. anticorpo monoclonale diretto contro CD38, una proteina di superficie altamente espressa sulle cellule di mieloma multiplo.
I risultati presentati al Congresso ASCO comprendono i dati completi dello studio di fase II IRAKLIA, il primo a includere l’utilizzo di un on-body injector (OBI) nel trattamento del mieloma multiplo, dimostrando un’efficacia e una farmacocinetica non inferiori rispetto a isatuximab somministrato per infusione endovenosa (IV).
“Il nostro programma clinico per la somministrazione sottocutanea si inserisce sulla nostra mission di rispondere alle esigenze dei pazienti e ridurre il peso del trattamento nel mieloma multiplo – commenta Alyssa Johnsen, Global Therapeutic Area Head, Immunology and Oncology Development Sanofi- Crediamo che il nuovo iniettore indossabile rappresenti un’innovazione significativa che potrebbe migliorare e semplificare il percorso terapeutico sia per i pazienti sia per gli operatori sanitari. Siamo lieti di condividere questi dati, i primi a valutare un iniettore indossabile con un trattamento per il mieloma multiplo, e attendiamo con impazienza la possibilità di portare questa formulazione e opzione di somministrazione alla comunità del mieloma multiplo.”
I vantaggi dell’OBI
L’OBI ha il potenziale per migliorare l’esperienza complessiva del paziente nel trattamento del mieloma multiplo. Recenti studi e sondaggi suggeriscono che l’uso di un OBI può essere associato a una maggiore praticitĂ , flessibilitĂ e soddisfazione del paziente rispetto ai metodi di somministrazione endovenosa o sottocutanea manuale. Inoltre un OBI potrebbe anche semplificare il processo di somministrazione per gli operatori sanitari, riducendo potenzialmente l’impatto sugli infermieri e consentendo loro di muoversi liberamente mentre monitorano il paziente durante la somministrazione con l’iniettore senza intervento manuale.
Lo studio di fase III IRAKLIA e lo studio di fase II IZALCO, presentati all’ASCO, sono stati condotti utilizzando un OBI senza intervento manuale. Si tratta di enFuse – sviluppato da Enable Injections – un iniettore automatico progettato per somministrare per via sottocutanea farmaci ad alto volume con un semplice click su un pulsante: negli studi ha somministrato la formulazione sottocutanea di isatuximab senza ialuronidasi.
Il dispositivo enFuse utilizza un ago da 30 gauge, nascosto e retrattile, piĂą piccolo rispetto ad alcuni degli aghi comunemente utilizzati per le iniezioni sottocutaneo di farmaci ad alto volume, con un potenziale miglioramento del comfort del paziente.
Lo studio IRAKLIA
IRAKLIA è uno studio registrativo di fase III, globale, randomizzato, in aperto, di non inferiorità che confronta isatuximab sottocutaneo somministrato tramite OBI e isatuximab per via endovenosa, entrambi in combinazione con pomalidomide e desametasone (Pd) in pazienti adulti con mieloma multiplo recidivato o refrattario che hanno ricevuto almeno una precedente linea di trattamento. Al cut-off dei dati (6 novembre 2024) e dopo un follow-up mediano di 12 mesi, lo studio ha dimostrato:
Endpoint primari
• Il tasso di risposta obiettiva (ORR) con isatuximab SC-Pd è stato del 71,1% rispetto al 70,5% con isatuximab IV-Pd, stabilendo la non inferiorità (rapporto di rischio [RR] 1,008; intervallo di confidenza [CI] 95%: 0,903-1,126; p=0,0006).
• La concentrazione media di isatuximab (deviazione standard [SD]) osservata prima della somministrazione successiva (C trough) allo stato stazionario (C6D1 pre-dose) è stata di 499 (259) ug/mL con isatuximab SC-Pd rispetto a 341 (169) ug/mL con isatuximab IV-Pd, stabilendo la non inferiorità (rapporto medio geometrico [GMR] 1,532; 90% CI: 1,316-1,784).
Endpoint secondari
• Tassi di risposta parziale molto buona (VGPR) o migliore sono risultati coerenti tra isatuximab SC-Pd e isatuximab IV-Pd, rispettivamente del 46,4% e del 45,9% (RR 1,011; 95% CI: 0,841-1,215; p<0,0001).
• L’osservazione a 4 settimane della concentrazione media (SD) di isatuximab prima della somministrazione successiva (C2D1 pre-dose) con isatuximab SC-Pd è stata di 421 (215) ug/mL rispetto a 302 (117) ug/mL con isatuximab IV-Pd (GMR 1,302; 90% CI 1,158-1,465).
• Le reazioni sistemiche all’infusione (IR) sono state significativamente inferiori con isatuximab SC-Pd, verificandosi solo nell’1,5% dei pazienti rispetto al 25% di quelli trattati con isatuximab IV-Pd (RR: 0,061; 95% CI: 0,022-0,164; p<0,0001). Quasi tutte le IR verificatesi erano di grado 1 o 2 e si sono risolte entro un giorno. Nessun paziente nel braccio isatuximab SC-Pd ha interrotto il trattamento a causa di una IR sistemica.
• La maggior parte dei pazienti trattati con isatuximab SC-Pd (70%) si è dichiarata soddisfatta o molto soddisfatta della propria iniezione rispetto al 53,4% del braccio isatuximab IV-Pd, dimostrando l’impatto positivo di questo metodo innovativo di somministrazione sull’esperienza del paziente (OR 2,036; 95% CI: 1,425-2,908; p=0,0001).
• Il 99,9% delle iniezioni di isatuximab SC OBI è stato somministrato con successo senza rischi significativi legati al profilo di sicurezza con l’OBI.
• Anche i tassi di sopravvivenza libera da progressione (PFS) a 12 mesi sono stati simili, raggiungendo il 66,1% per i pazienti trattati con isatuximab SC-Pd rispetto al 65,1% dei pazienti trattati con isatuximab IV-Pd (HR 0,985; 95% CI: 0,726-1,338).
Il profilo di sicurezza complessivo di isatuximab SC-Pd osservato in questo studio è coerente con il profilo di sicurezza consolidato di isatuximab IV-Pd, ma con un tasso notevolmente inferiore di reazioni sistemiche all’infusione. Non sono stati osservate nuove criticità sulla sicurezza, ad eccezione di reazioni locali di basso grado nel sito di iniezione (ISR) associate alla somministrazione sottocutanea, che si sono verificate con una bassa incidenza (0,4%, n=19/5.145 iniezioni). Quasi tutte le reazioni nel siti di iniezione erano di grado 1, ad eccezione di un episodio di grado 2.
“I risultati dello studio di fase 3 IRAKLIA rappresentano un potenziale passo avanti trasformativo nella gestione delle terapie per il mieloma multiplo – sottolinea Elena Zamagni, Associato di Ematologia, Istituto “Seragnoli”, UniversitĂ di Bologna, tra gli sperimentatori dello studio IRAKLIA in Italia – I dati non solo confermano la non inferioritĂ della somministrazione sottocutanea rispetto a quella endovenosa di isatuximab su diversi endpoint di efficacia, con un profilo di sicurezza migliore, ma evidenziano anche l’impatto positivo che questo metodo di somministrazione può avere sull’esperienza complessiva del trattamento. Questo è supportato da migliori punteggi di soddisfazione dei pazienti, sottolineando il potenziale della somministrazione sottocutanea tramite OBI di migliorare la qualitĂ della vita in un percorso complesso come quello dei pazienti con mieloma multiplo.”
I dati completi dello studio sono stati pubblicati dal Journal of Clinical Oncology in contemporanea alla presentazione all’ASCO:
Lo studio IZALCO
Sanofi ha presentato anche i nuovi dati dello studio di fase II IZALCO, randomizzato, sequenziale, in aperto, che ha valutato l’efficacia e la sicurezza di isatuximab sottocutaneo, somministrato manualmente o tramite OBI, in combinazione con carfilzomib e desametasone (Kd) in pazienti adulti con mieloma multiplo recidivato o refrattario che hanno ricevuto da una a tre linee di terapia precedenti. A un follow-up mediano di 10,1 mesi, lo studio ha dimostrato:
· ORR è stata del 79,7% nei pazienti trattati con isatuximab SC-Kd (95% CI: 68,8-88,2), convalidando l’ipotesi prespecificata di efficacia.
· Con un follow-up mediano di 10 mesi, il tasso di VGPR o migliore nei pazienti trattati con isatuximab SC-Kd è stato del 62,2% e il tasso di risposta completa (CR) o migliore del 21,6%.
· Solo due pazienti trattati con isatuximab SC-Kd, ovvero il 2,7% dei riceventi, hanno sperimentato un evento IR di grado 2 o inferiore con l’iniezione manuale e nessun evento IR si è verificato con la somministrazione mediante OBI; circa l’1% delle iniezioni è stato associato a una ISR locale.
· Dopo il trattamento con entrambi i metodi, la maggior parte dei pazienti (74,5%) ha preferito l’OBI rispetto al 17% che ha preferito l’iniezione manuale e all’8,5% che non ha espresso preferenze (p=0,0004; test binomiale contro l’ipotesi nulla di un tasso ≤50%).
Il profilo di sicurezza complessivo di isatuximab SC-Kd osservato in questo studio è coerente con quello consolidato di isatuximab IV-Kd, senza che siano stati osservati nuovi rischi per la sicurezza.
“Riteniamo che i pazienti con mieloma multiplo debbano poter accedere a un’esperienza terapeutica piĂą gestibile e meno gravosa e riconosciamo il fondamentale ruolo svolto dagli operatori sanitari nell’erogazione di queste cure – sottolinea Mehul Desai, Vice President, Medical Affairs, Enable Injections – Attraverso la nostra collaborazione con Sanofi, abbiamo voluto sviluppare un iniettore indossabile che potrebbe trasformare l’esperienza terapeutica sia per i pazienti sia per gli operatori sanitari. I risultati degli studi IRAKLIA e IZALCO rappresentano un passo significativo verso questa ambizione e confermano il potenziale dell’iniettore indossabile di garantire lo stesso elevato standard di efficacia giĂ dimostrato con isatuximab per via endovenosa.”
I prossimi passi
Oltre agli studi IRAKLIA e IZALCO Sanofi sta valutando anche la somministrazione di isatuximab per via sottocutanea tramite OBI nel trattamento di prima linea. Lo studio di fase II ISASOCUT, condotto dall’UniversitĂ di Poitiers, sta valutando isatuximab in combinazione con bortezomib, lenalidomide e desametasone (VRd) in pazienti adulti con mieloma multiplo di nuova diagnosi (NDMM) non eleggibili al trapianto autologo di cellule staminali (ASCT), mentre lo studio di fase III del German-speaking Myeloma Multicenter Group (GMMG)-HD8, condotto in collaborazione con il GMMG e il German Multiple Myeloma Study Group Consortium (DSMM), sta valutando l’induzione con isatuximab sottocutaneo-VRd in pazienti con mieloma multiplo di nuova diagnosi eleggibili all’ASCT.
Inoltre, i risultati degli studi IZALCO, IRAKLIA e ISASOCUT saranno presentati al Congresso dell’European Hematology Association( EHA) che si terrĂ a metĂ giugno.
La somministrazione di isatuximab per via sottocutanea attraverso l’iniettore indossabile o la somministrazione manuale è in fase di sperimentazione e non è stata ancora approvata per l’utilizzo da alcuna autoritĂ regolatoria. La sicurezza e l’efficacia di questa formulazione e di questo metodo di somministrazione non sono ancora state pienamente valutate.