Trastuzumab per 6 mesi anziché un anno?

Quando il primo agente mirato verso l’HER2 noto come trastuzumab è stato approvato per la prima volta nel 2005, esso ha trasformato il trattamento dei tumori mammari in fase precoce per  il 12-15% delle donne con tumori HER2-positivi, ma il suo impiego standard, ossia…

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Il caso dello screening mammografico precoce

Negli USA la continua controversia sulla migliore etĂ  in cui iniziare lo screening mammografico ha esposto le donne al di sotto dei 50 anni ad un significativo incremento del rischio di ritardo delle diagnosi, il che ha portato a trattamenti piĂą estensivi e costosi…

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Tre aromatasi-inibitori a confronto: efficacia e sicurezza simili

Il primo raffronto diretto mai effettuato fra tre aromatasi-inibitori adiuvanti per il trattamento del tumore mammario recettore-positivo post-menopaisale in fase precoce non ha dimostrato differenze significative nell’efficacia clinica o nella sicurezza. Si tratta dello studio FATA-GIM3, condotto su quasi 3.700 pazienti da Francesco Perrone…

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Tumore mammario ed olaparib: incertezze sulla sopravvivenza

L’olaparib è stato il primo farmaco approvato dalla FDA per il trattamento di donne con tumori mammari avanzati e mutazioni germinali BRCA. Questa approvazione era basata su un significativo miglioramento nella sopravvivenza libera da progressione rispetto alla chemioterapia standard, osservato nello studio OlympiAD, ma…

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Nodulectomia: recidive in diminuzione

Grazie alle moderne terapie multimodali per il tumore mammario, i tassi di recidiva locale a 5 anni a seguito di una nodulectomia sono diminuiti significativamente, il che ha reso la chirurgia conservativa (BCS) un’opzione per un maggior numero di pazienti con tumore mammario. Questa…

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Mutazioni BRCA: estrogeni sicuri dopo ooforectomia

L’impiego della terapia ormonale sostitutiva basata soltanto sugli estrogeni non incrementa il rischio di tumori mammari associati al BRCA-1, per quanto questo non sia il caso della terapia sostitutiva progestinica. Questo dato deriva da uno studio condotto su 872 portatrici di mutazioni BRCA-1 da…

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Tumore ovarico: infezione da Clamidia raddoppia il rischio

In base a quanto osservato in due popolazioni indipendenti, l’anamnesi di infezione da Clamidia raddoppia il rischio di tumore ovarico. Secondo Earl Stadtman del National Cancer Institute statunitense, autore dell’indagine che ha portato a questa conclusione, la malattia infiammatoria pelvica (PID), causata da infezioni…

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