L’uso dell’aspirina a basso dosaggio tra le donne in gravidanza con malattia infiammatoria intestinale (IBD) non è associata a un rischio di aumento dell’attività della malattia. A mostrarlo è una ricerca presentata all’incontro annuale dell’American College of Gastroenterology che si è tenuto dal 20 al 25 ottobre a Vancouver. Lo studio è stato condotto da un team dell’Università della California di San Francisco (USA), guidato da Amy Yu.
L’analisi ha incluso 325 persone con IBD e almeno una gravidanza. Tra le partecipanti, il 29% ha usato aspirina a basso dosaggio. I ricercatori hanno valutato i tassi cumulativi simili di riacutizzazione di IBD durante la gravidanza o a sei mesi dopo il parto tra coloro che assumevano aspirina a basso dosaggio e le partecipanti che non la assumevano. Le nascite pretermine sono state del 21% tra le donne che assumevano aspirina a basso dosaggio versus il 14% tra quelle che non la assumevano. Infine, andando a considerare la dose di aspirina e l’uso di farmaci per le IBD, la diagnosi di colite ulcerosa era un fattore di rischio significativo per le riacutizzazioni.
American College of Gastroenterology Annual Meeting 2023 -The effect of low-dose aspirin on disease activity in pregnant individuals with inflammatory bowel disease