Uno studio pubblicato su JAMA Neurology ha valutato l’efficacia di deferiprone, un chelante del ferro penetrante nel cervello, nel rallentare il declino cognitivo nei pazienti con lieve compromissione cognitiva o Alzheimer precoce (AD). Studi preclinici suggerivano che l’accumulo di ferro nel cervello potesse accelerare…
LeggiCanale Medicina: Neuroscienze & patologie neurodegenerative
Encefalopatia e mutazioni in CHASERR: ruolo di un Rna non codificante nel controllo di CHD2
Uno studio pubblicato sul New England Journal of Medicine ha identificato mutazioni de novo nel gene CHASERR, che codifica per un RNA lungo non codificante (lncRNA), come causa di una grave encefalopatia neurodevelopmentale. Il gene CHASERR si trova vicino a CHD2, un gene codificante…
LeggiSemaglutide riduce il rischio di Alzheimer nei pazienti con diabete di tipo 2: nuovi dati real-world
Uno studio pubblicato su Alzheimer & Dementia suggerisce che il semaglutide, un agonista del recettore del peptide-1 simile al glucagone (GLP-1RA) usato per il diabete di tipo 2 (T2DM) e l’obesità, possa ridurre il rischio di sviluppare il morbo di Alzheimer (AD). Sebbene precedenti…
LeggiRuolo coordinato di recettori tiroidei e LXRs nella protezione contro la neurodegenerazione
Uno studio pubblicato su Genomic Psychiatry esplora come i recettori tiroidei (TRs) e i recettori X del fegato (LXRs) lavorino sinergicamente nel sistema nervoso centrale (SNC), contribuendo non solo allo sviluppo neurologico, ma anche alla protezione contro la neurodegenerazione. Sebbene l’importanza degli ormoni tiroidei…
LeggiSolitudine associata a rischio di demenza e declino cognitivo
In uno studio pubblicato su Nature Mental Health i ricercatori hanno condotto la più ampia meta-analisi mai realizzata sull’associazione tra solitudine e demenza, combinando dati da studi sull’invecchiamento e la letteratura esistente. La ricerca ha coinvolto un totale di 21 campioni per l’analisi della…
LeggiAssociazione tra lipoproteine HDL e memoria nelle donne di mezza età
Uno studio prospettico pubblicato su The Journal of Clinical Endocrinology & Metabolism ha analizzato l’associazione tra le lipoproteine ad alta densità (HDL) e la performance cognitiva nelle donne di mezza età. In particolare, i ricercatori si sono concentrati su diversi parametri delle HDL, come…
LeggiAlzheimer: effetto del bilinguismo sulla perdita di volume dell’ippocampo
Uno studio pubblicato su Bilingualism: Language and Cognition ha esaminato il ruolo del bilinguismo come fattore di riserva cognitiva e cerebrale negli anziani affetti da malattia di Alzheimer (AD) o a rischio di svilupparla. Lo studio ha coinvolto dati del Canadian Consortium on Neurodegeneration…
LeggiPerdita dell’udito e rischio di Parkinson: utilità degli apparecchi acustici
Uno studio pubblicato su JAMA Neurology ha evidenziato un’associazione tra la perdita dell’udito e lo sviluppo della malattia di Parkinson (PD) nei veterani statunitensi. Utilizzando dati di oltre 3,5 milioni di veterani che avevano effettuato un audiogramma tra il 1999 e il 2022, lo…
LeggiUn nuovo rimedio contro la stanchezza: l’aiuto dei microelementi
INFORMATIVA PUBBLICITARIA. La stanchezza fisica e mentale viene identificata con il termine di fatigue ed è caratterizzata da una perdita di energia, debolezza, irritabilità e ansia. Le cause che portano a questa condizione possono essere varie, tra le quali: Periodi di stress; Stili di…
LeggiAlzheimer: l’appello delle associazioni pazienti ai leader del G7
La Davos Alzheimer’s Collaborative (DAC), insieme all’European Brain Council, alla Global CEO Initiative on Alzheimer’s Disease, all’Associazione Italiana Malattia di Alzheimer e a Fondazione Prada ha lanciato un appello ai leader del G7 affinché affrontino la crescente sfida globale dell’Alzheimer e della demenza, adottando…
LeggiEpilessia: la più grande analisi genomica rivela nuovi fattori di rischio genetici
Identificare i fattori genetici di rischio per disturbi altamente eterogenei come l’epilessia è una sfida complessa. Un recente studio pubblicato su Nature Neuroscience presenta l’analisi di sequenziamento dell’intero esoma più grande mai condotta sull’epilessia, coinvolgendo oltre 54.000 esomi umani, compresi 20.979 pazienti caratterizzati in…
LeggiEpilessia del lobo temporale: un approccio basato sulle reti cerebrali
Uno studio pubblicato su JAMA Neurology ha esplorato come l’epilessia del lobo temporale (TLE) resistente ai farmaci, comunemente associata a danni nell’ippocampo, possa essere meglio compresa come un disturbo delle reti cerebrali piuttosto che limitarsi alla sola patologia ippocampale. Le attuali strategie chirurgiche, come…
LeggiCome l’ambiente modella la connettività cerebrale
Uno studio pubblicato su PLoS Biology ha esplorato come la connettività funzionale del cervello sia influenzata da fattori ambientali, fisiologici e comportamentali su diverse scale temporali, offrendo nuove prospettive per la comprensione del legame tra cervello e ambiente. La ricerca ha evidenziato la necessità…
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