La partecipazione a programmi di riabilitazione cardiaca esclusivamente femminili dopo un evento coronarico acuto può aiutare ad alleviare ansia e depressione nelle pazienti. I risultati dello studio CR4HER condotto su 169 pazienti, che hanno portato a questa conclusione, hanno anche dimostrato che la presenza…
LeggiCanale Medicina: Colesterolo & coronaropatie
Primo infarto: capacità d’esercizio riduce mortalità
I pazienti con una maggiore capacità d’esercizio presentano un minor rischio di mortalità associato ad un primo infarto, come dimostrato dall’analisi retrospettiva del campione del progetto FIT, che contava 2.086 pazienti. Secondo l’autore Michael Blaha della Johns Hopkins University di Baltimora, il miglioramento della…
LeggiInfarto: assistenza post-dimissioni peggiore nei pazienti trasferiti in centri PCI
Con l’incremento dei trasferimenti dei pazienti presentati con infarto acuto, da ospedali senza laboratori di cateterizzazione attivi 24 ore a strutture che offrono la rivascolarizzazione coronarica, fattori logistici ed altre complicazioni potrebbero influenzare l’assistenza post-dimissioni e gli esiti. Lo ha suggerito uno studio condotto…
LeggiInquinanti aumentano rischio ricoveri per cause cardiovascolari
L’esposizione ad un particolato dal diamentro inferiore a 10 microm (PM10) potrebbe incrementare i ricoveri correlati a cause cardiovascolari. Un recente studio condotto su 6.000 cartelle ospedaliere a Brescia ha, infatti, dimostrato che un incremento medio di 1 microm/m3 di PM10 giornaliero è associati…
LeggiRevisione drg fibrillazione: possibili risparmi per 18 milioni
Fino a 18 milioni di euro. A tanto ammonterebbe il risparmio aggiornando i drg relativi alla fibrillazione atriale, l’aritmia più diffusa nella popolazione e prima causa di ictus. Da una revisione del sistema di rimborso delle prestazioni diagnostiche e terapeutiche, infatti, potrebbero arrivare “risparmi enormi da reinvestire nella cura dei…
LeggiCardiologia. Diagnosi di infarto in un’ora grazie al test troponina T
Diagnosticare o escludere l’infarto in una sola ora senza aspettare più dalle 3 alle 6 ore per avere il responso. È quanto promette il test Roche troponina T ad elevata sensibilità come emerge dai dati dello studio clinico TRAPID-AMI1, recentemente pubblicato online sulla rivista…
LeggiColesterolo & Coronaropatie N° 3
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LeggiNSTEMI: strategia invasiva precoce riduce infarti
La gestione invasiva immediata degli NSTEMI stabilizzati è risultata superiore al ritardo di questo approccio in un piccolo studio randomizzato monocentrico. La strategia basata sull’angiografia coronarica con possibile PCI, introdotta entro 2 ore, risulta associata ad una riduzione del 68% nel rischio a 30…
LeggiRischio genetico di coronaropatie non sconvolge soggetti a rischio Alzheimer
I soggetti adulti senza sintomi da morbo di Alzheimer arruolati in uno studio sullo screening genetico di questa malattia, ricevendo la comunicazione che nel proprio corredo genetico era presente un gene connesso non soltanto all’Alzheimer ma anche alle coronaropatie, non hanno dimostrato incrementi di…
LeggiAHA: prime dichiarazioni sull’infarto acuto nelle donne
Nella sua prima dichiarazione scientifica sull’infarto acuto nelle donne, l’AHA ha osservato che le cause di base ed i sintomi di questi eventi spesso differiscono in modo importante fra i sessi, il che porta a diagnosi mancate e ad un significativo sottotrattamento. Secondo Laxmi…
LeggiCoronaropatie acute non-ST stabili: sufficiente sorveglianza telemetrica
Gli esiti clinici per i pazienti con coronaropatie acute non-ST (NSTE-ACS= Non-ST-Segment Elevation Acute Coronary Syndrome) sono simili a prescindere dal loro ricovero in un’unità di sorvegliaza telemetrica o in un’unità coronarica. Secondo Sean van Diepen dell’Università dell’Alberta, autore di uno studio che ha…
LeggiSTEMI: accesso radiale raro nella PCI d’emergenza post-litica
Meno del 15% delle PCI d’emergenza negli STEMI, dovute al fallimento della terapia fibrinolitica, viene effettuato tramite l’approccio transradiale, anche se con questo tipo di accesso il rischio di emorragie risulta ridotto rispetto a quello femorale. Lo ha accertato uno studio condotto su 9.494…
LeggiAngina: ivabradina migliora qualità della vita
I pazienti sottoposti al trattamento con ivabradina nello studio SIGNIFY hanno riportato livelli significativamente ridotti di angina ed un miglioramento della stabilità di quest’ultima entro un anno, benchè non abbiano presentato differenze significative nei parametri correlati alle limitazioni fisiche. Secondo Michael Tendera dell’Università medica…
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