202 – Avesani (Gsk): “C’è bisogno di aiutare il paziente nel trattamento e nella gestione per migliorare la propria qualità di vita”

#lsea2023

Le(t)s start

Anna Avesani

Allargare l’accesso a belimumab, farmaco contro Lupus Eritematoso Sistemico e la Nefrite Lupica, grazie ad una penna preriempita. È questo l’obiettivo di Gsk con il progetto “Le(t)s start”. Abbiamo approfondito l’argomento con Anna Avesani, Launch Lead - BU Specialty Belimumab

Qual è l’impegno della sua azienda in questa area terapeutica?
Da oltre 10 anni Gsk è impegnata nel trattamento del Lupus Eritematoso Sistemico (LES), una malattia autoimmune, multisistemica e cronica che colpisce tipicamente le giovani donne in età fertile, in rapporto femmine-maschi di 6-10:1. Tra le manifestazioni derivanti dal LES può presentarsi anche la Nefrite Lupica (NL), una condizione renale che spesso compare precocemente nel decorso della malattia del LES e che è messa in evidenza da proteinuria, microematuria e cilindri di globuli rossi nelle urine. Il nostro impegno si è quindi raddoppiato e grazie a belimumab – per il quale si è ottenuta la rimborsabilità nel 2022 – è stato possibile offrire un’alternativa terapeutica capace di favorire un maggior controllo della malattia riducendo i flares, l’accumulo di danno d’organo e aumentando la conservazione della funzione renale e la prevenzione da end-stage kidney disease (ESKD), minimizzando la tossicità e l’utilizzo di corticosteroidi.

A chi si rivolge il vostro prodotto?
Si rivolge ai pazienti affetti da LES e NL trattati ancora secondo uno standard of care non sufficiente, che evidenzia non solo il bisogno di aiutare il paziente nel trattamento e nella gestione per migliorare la propria qualità di vita, ma mostra la necessità di coinvolgere il clinico – reumatologo e/o nefrologo – per aiutarlo a individuare il paziente che può trarre beneficio da belimumab, in un’ottimizzazione della co-gestione.

Perché ritiene sia innovativo?
Belimumab costituisce la prima terapia espressamente mirata per il Lupus Eritematoso Sistemico (LES) dopo 50 anni, ed oggi ha anche una indicazione specifica per chi soffre di Nefrite Lupica (NL). L’interessamento dei reni, che può aprire la strada all’insufficienza renale, si rileva in circa quattro pazienti su dieci, già entro due anni dalla diagnosi di LES. L’inserimento come terapia nelle Linee Guida KDIGO del Nefrologo e un accesso nazionale rapido alla rimborsabilità sostengono l’urgenza e il bisogno di questa formulazione in un contesto nuovo, quello della Nefrite Lupica. Inoltre, il trattamento della NL avviene attraverso l’utilizzo di immunosoppressori, cortisone e antimalarici, non sempre efficaci e che costituiscono un notevole peso per l’organismo del paziente. Belimumab, grazie all’utilizzo della penna preriempita dà sicurezza al paziente affetto da NL e gli permette di aumentare la qualità di vita rendendolo autonomo nella somministrazione della terapia. 

Che risultati avete o volete raggiungere?
L’obiettivo da raggiungere è aiutare i clinici che gestiscono i pazienti con NL ad inserire belimumab tempestivamente nel percorso di trattamento: avvicinarci sia ai clinici che ai pazienti evidenziando in maniera sempre più netta quanto l’utilizzo di belimumab sia rivoluzionario ed efficace, con lo sguardo sempre rivolto al paziente e alla sua qualità di vita. Se con il trattamento si possono ridurre i flare renali, minimizzare la malattia e prevenire il danno d’organo, noi vorremmo raggiungere entro dicembre l’80% degli Account stimati, così che possano accedere a belimumab il prima possibile. Questi punti si concretizzeranno tutti in un beneficio per il paziente che non solo potrà essere trattato al meglio, ma potrà seguire la terapia da casa grazie alla somministrazione con autoiniettore (penna preriempita), in totale autonomia.

Quali ritiene siano gli unmet needs di questa area terapeutica?
All’interno dell’area terapeutica permangono, ad oggi, diversi unmet needs tra i quali il fatto che la risposta alla terapia è ancora troppo spesso lenta e incompleta (40-60% a 6 mesi). Vengono poi evidenziate ricadute frequenti (45%) e il raggiungimento del tasso di End Stage Kidney Disease è circa del 25%.



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