180 – Gergati (Gsk): “Sarà sempre più importante la conoscenza e la prevenzione”

#lsea2023

Once upon
a time

Carlotta Gergati

Fare cultura su patologie gravi quali i tumori ginecologici e il mieloma multiplo. È questo l’obiettivo alla base del progetto di Gsk “Once upon a time”, costituito da due web serie. Ne abbiamo parlato con Carlotta Gergati, Brand Manager Hematology. Parte del team di progetto anche Salvatore Stissi, Omnichannel Engagement Specialist, Maddalena Martinelli, Brand Manager Oncology, Nicola Fongarolli, Area Manager Oncology e Gino Tomasini, Communication Manager

Come è nata l’idea di realizzare questo progetto e a chi si rivolge?
Noi crediamo che il linguaggio cinematografico sia tra i più potenti in assoluto e che attraverso una storia per immagini si possa fare cultura di una patologia, sia per prevenirla sia, nel caso, per affrontarla al meglio, con tutti i supporti necessari, in cui la terapia è solo una parte, seppur importante e decisiva. La necessità di creare campagne di disease awareness su tematiche sensibili come il mieloma multiplo e i tumori ginecologici ci ha spinto ad aprire anche questa finestra di dialogo in contesti che l’azienda già dedica ai pazienti e ai caregiver: nel primo caso il portale “Il Mieloma Multiplo E TU”, nel secondo “WOMENcare”.

Potrebbe descriverlo brevemente?
In sintesi, si tratta di due web series, rispettivamente di 9 e 6 episodi di pochi minuti l’uno. La scelta rispondeva a due esigenze: le piattaforme funzionano meglio con short video e questo permetteva la creazione di una serialità che nel nostro intento potesse essere attraente e interessante. Le web series, attraverso il patient journey di alcuni pazienti che si incontrano in ospedale, raccontano la vita, che è fatta di eventi inaspettati come quello della malattia oncologica, e di gioie, coraggio, speranza e di incontri, condivisioni che possono diventare amicizie.

Che risultati avete o volete raggiungere?
Come dicevo prima, l’obiettivo era di fare cultura su patologie gravi, tuttora inguaribili, ma con cui le pazienti e i pazienti possono convivere anche a lungo. I risultati sono andati oltre le aspettative. Faccio solo un esempio. Ogni puntata di “Tic, Toc, la gentilezza del tempo”, tuttora disponibile sulla pagina Facebook e sito web de “Il Mieloma Multiplo E TU”, ha avuto più di 50 mila visualizzazioni, moltissimi commenti e interazioni da parte soprattutto di pazienti e di caregiver.

Cosa pensa ci sia ancora da fare in questo ambito?
C’è sempre molto da fare per aiutare i pazienti e le pazienti. Il cancro è stato per decenni considerato una sentenza senza appello. Non lo si nominava nemmeno se non per perifrasi, quasi per esorcizzarlo. Oggi, in molti casi si guarisce o ci si convive. Si parla e ci si occupa della qualità di vita, cosa impensabile fino a qualche decennio fa. Qualità di vita significa supporto, aiuto, informazione: per esempio sui diritti, penso ai permessi lavorativi, all’assegno di supporto, ma anche all’attività fisica, agli aspetti nutrizionali, cosa si può mangiare e cosa no, alle vacanze. In molti parlano di centralità del paziente, un concetto vuoto se non lo si riempie di contenuti. Noi ci proviamo.

Qual è l’aspetto principale del Communication Campaign che sarà più importante secondo lei nei prossimi anni?
Sarà sempre più importante la conoscenza e la prevenzione. La pandemia ci ha travolto ma ha insegnato a tutti le nozioni base di comportamento per evitare il virus. Vedo che oggi in generale c’è un’attenzione maggiore alla salute da parte delle persone, ad informarsi prima e a non sentirsi invincibili. Sfruttando questo insegnamento positivo, le campagne preventive o comunque l’informazione, senza cadere nell’ossessivo, avranno un ruolo fondamentale. La sfida sarà renderle appeal e memorabili.



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