108 – Resta-Sanna (Gedeon Richter): “Serve insegnare ai ragazzi a non avere paura del diverso e dei propri cambiamenti, ad essere liberi di confrontarsi e di parlare di tutto”

#lsea2023

L’età
di mezzo

Roberta Resta
Simona Sanna
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“L’Età di mezzo” è un progetto realizzato da Gedeon Richter che punta ad accompagnare i bambini nella crescita attraverso un percorso di consapevolezza e accettazione di sé, puntando su tematiche quali la prepubertà, i cambiamenti ormonali e del corpo e la preadolescenza. Abbiamo approfondito l’argomento con Roberta Resta, Marketing & Communication Specialist e Simona Sanna, Business Excellence & Marketing Director

Come è nata l’idea di realizzare questo progetto e a chi si rivolge?
Come Gedeon Richter crediamo fortemente di poter lasciare il nostro impatto positivo in ambito di salute della donna sostenendo l’empowerment femminile, e promuovendo la culture&education. L’idea voleva essere quella di fare un focus sulla consapevolezza di sé e l’accettazione del proprio corpo sin dalla giovanissima età, in cui si affrontano numerosi e delicati cambiamenti. La consapevolezza per noi è la chiave per attivare e attuare scelte migliori per noi stessi e avere un impatto positivo anche nella comunità e si è rivelato essere un tema ancora molto attuale. Il progetto si è rivolto ai bambini nella fascia tra 8-12 anni; abbiamo ritenuto, infatti, importante iniziare i percorsi di empowerment già dalla preadolescenza, prima che gli stereotipi della società si possano consolidare.

Potrebbe descriverlo brevemente?
L’Età di mezzo vuole essere un progetto che punta ad accompagnare i bambini nella crescita, attraverso un percorso di consapevolezza libero e indipendente dove sono affrontate tematiche quali la prepubertà, i cambiamenti ormonali e del corpo, ponendo l’accento sull’evoluzione nelle relazioni e negli affetti che caratterizza la preadolescenza. Il libroprogetto è frutto della collaborazione tra Gedeon Richter Italia, la fondazione BET SHE CAN e la Casa editrice Carthusia Edizioni con cui, attraverso tre focus group di bambini, abbiamo sviluppato il libro illustrato ‘’Età di Mezzo’’. Lo abbiamo voluto come uno strumento in grado di promuovere le relazioni e il confronto per aiutare ragazze e ragazzi nel difficile processo di cambiamento e crescita verso l’adolescenza, stimolando un dialogo sui cambiamenti che caratterizzano questa ‘età di mezzo’. Abbiamo ascoltato prima i desideri dei bambini, i dubbi, i sogni per poi arrivare al percorso creativo del libro grazie alla scrittrice Emanuela Nava e all’illustratore Marco Brancato.  

Che risultati avete o volete raggiungere?
Il libro è stato inserito nella collana dal titolo “Storie al quadrato’’ ed è stato distribuito in librerie e biblioteche su tutto il territorio nazionale. Consapevoli dell’attualità dell’argomento, abbiamo colto l’occasione per parlarne insieme ad un gruppo di esperti eterogeneo presso il Circolo Filologico Milanese con l’evento “L’Età di mezzo – Infanzia e preadolescenza, un terreno fertile per coltivare l’empowerment femminile”. Una giornata all’insegna del confronto tra Vincenzina Bruni, Professoressa Ordinaria di Ostetricia e Ginecologia dell’Università degli Studi di Firenze, Metella Dei, Specialista in Ginecologia pediatrica e adolescenziale, Samanta Picciaiola, Presidente Associazione Orlando, Irene Facheris, Formatrice, Creator e Attivista, Elena Lattuada, Delegata del Sindaco del Comune di Milano per le Pari Opportunità. Un ricco appuntamento che ha messo in luce l’attualità di temi come la consapevolezza di sé e la necessità di percorsi sull’affettività nella scuola e non.

Cosa pensa ci sia ancora da fare in questo ambito?
Insegnare ai ragazzi a non avere paura del diverso e dei propri cambiamenti, ad essere liberi di confrontarsi e di parlare di tutto quello che sentono dentro, non solo con i coetanei ma anche con chi è più grande di loro, perché tutti i sentimenti e le emozioni sono validi, anche i dubbi, tutto deve essere legittimo. Altrettanto importante è aumentare la capacità degli adulti di saper ascoltarli, per dare poi loro risposte adatte. È importante, infine, che i bambini restino a contatto con i propri desideri per saperli riconoscere. Il rischio infatti è che, crescendo, la società li possa privare del dialogo profondo con loro stessi.

Qual è l’aspetto principale del Corporate Social Responsibility che sarà più importante secondo lei nei prossimi anni?
Gli aspetti di sviluppo sostenibile legati al benessere delle persone e alla diversità e inclusione. La coesione su progetti con gli stessi obiettivi da parte di più soggetti, rendendo sempre più capillare il tema tanto da farlo diventare la regola, più che l’eccezione. Allargare quindi il dialogo su queste tematiche con un coinvolgimento diretto delle famiglie, ma anche delle istituzioni. Il supporto di esperti nel campo e una diffusione dei temi sui social media fornirebbero risonanza al tema di empowerment e del cambiamento femminile nella società.



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