084 – D’Ambrosio (Advanz Pharma): “La diffusione del problema delle infezioni gravi e da germi antimicrobico-resistenti esige una cultura specifica e una cooperazione efficace”

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Cefto-Cure

Daniele D'Ambrosio

Andare ad analizzare l’utilizzo nella pratica clinica di uno specifico antibiotico per renderne l’utilizzo ancora più appropriato e contrastare il fenomeno dell’antimicrobico resistenza. È questo l’obiettivo alla base dello studio “CEFTO-CURE” realizzato da Advanz Pharma. Ne abbiamo parlato con Daniele D’Ambrosio, Field Medical Advisor

Come è nata l’idea di realizzare questo progetto e a chi si rivolge?
“CEFTO-CURE” è uno studio che nasce con l’esigenza di contrastare una delle minacce più serie per la sanità: l’antimicrobico resistenza, che si traduce nell’abilità dei microorganismi di sviluppare, nel tempo, meccanismi di difesa che impediscono il corretto funzionamento degli antibiotici. I dati ci dicono che, ad oggi, su base annua, i decessi a livello globale direttamente attribuibili a questo fenomeno sono 1.270.000. Si stima che questo numero possa continuare a crescere, con una previsione di 10.000.000 di decessi/anno nel 2050. Il nostro Paese, inoltre, risulta essere particolarmente esposto. Tra le cause che favoriscono la selezione delle resistenze troviamo l’utilizzo inappropriato degli antibiotici. Advanz Pharma ha quindi deciso di sostenere il progetto “CEFTO-CURE”, che ha l’obiettivo di valutare l’utilizzo di un antibiotico – il ceftobiprolo – in un contesto di pratica clinica. L’analisi dei dati generati può contribuire a rendere la terapia antibiotica con ceftobiprolo ancora più mirata, per tipologia di paziente e patogeni interessati.

Potrebbe descriverlo brevemente?
“CEFTO-CURE” è uno studio multicentrico, condotto in dieci strutture ospedaliere italiane. Per due anni, da gennaio 2018 a dicembre 2019, sono stati valutati i pazienti che, dopo aver contratto un’infezione batterica, hanno ricevuto la terapia con ceftobiprolo. L’analisi del trattamento con un antibiotico prevede generalmente la raccolta di una serie di parametri, riferibili a: quadro clinico, esame colturale del campione biologico, concomitante somministrazione di altri antimicrobici, eventi avversi. L’insieme di questi dati, provenienti da un’esperienza di real-world-evidence, consente di profilare le caratteristiche del paziente e del/i patogeno/i che risultino suscettibili alla terapia con uno specifico agente antimicrobico, in questo caso il ceftobiprolo.

Che risultati avete o volete raggiungere?
I dati confermano il ruolo cruciale del farmaco per curare le infezioni, specie a livello polmonare. Inoltre, emerge un’attività battericida spiccata per le infezioni del torrente circolatorio, della cute e dei tessuti molli, nelle endocarditi, per le quali, però, saranno necessarie delle conferme attraverso trials clinici ad-hoc. Anche in riferimento ai patogeni gli autori sottolineano alcuni aspetti interessanti: il ceftobiprolo è particolarmente efficace quando l’agente causale è un germe che ha già sviluppato dei meccanismi di resistenza verso determinati antibiotici. In particolare stiamo parlando dello Stafilococco Aureo resistente alla meticillina, noto anche con l’acronimo MRSA. L’insieme di questi risultati aprono dunque ad uno scenario di utilizzo più consapevole del farmaco, a beneficio del decorso clinico e della riduzione dei rischi associati al non corretto utilizzo degli antibioti.

Cosa pensa ci sia ancora da fare in questo ambito?
Questo progetto ha prodotto alcune evidenze ad ulteriore riprova di quanto già presente in letteratura. Conferme che generano consapevolezza nella comunità scientifica e che aiutano a fronteggiare una sfida così complessa, come il trattamento di un’infezione difficile. Non solo: l’analisi approfondita dei dati ha messo in luce altri aspetti interessanti, tra cui quelli legati ai riscontri microbiologici, che meritano di essere ulteriormente studiati. È opinione comune tra gli esperti in antibiotico-terapia che la probabilità di ottenere un successo clinico è più alta quanto più dettagliato è il dato microbiologico di cui si dispone. Si può quindi pensare che “CEFTO-CURE” rappresenti la base di partenza per ottenere altri riferimenti che vadano in questa direzione.

Qual è l’aspetto principale della Scientific Collaboration che sarà più importante secondo lei nei prossimi anni?
Il concetto di Antimicrobial Stewardship definisce un uso appropriato degli antimicrobici finalizzato sia al miglioramento del management del paziente con infezione che alla prevenzione dei fenomeni di antibiotico-resistenza, il tutto nel rispetto del contenimento dei costi di approvvigionamento ed impiego dei farmaci. Ciò implica un approccio multidisciplinare che vede l’impegno di diversi specialisti. La diffusione del problema delle infezioni gravi e da germi antimicrobico-resistenti esige una cultura specifica e una cooperazione efficace con specialisti che sono sempre più impegnati in tal senso.



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