048 – Olivari (Ipsen): “Consolidare le partnership con gli interlocutori nazionali e regionali per migliorare la presa in carico dei pazienti con spasticità post-ictus”

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Dedalo

Patrizia Olivari

Il progetto “Dedalo” ha l’obiettivo di identificare le principali criticità che ostacolano la presa in carico del paziente con spasticità post-ictus. A realizzarlo è Ipsen e noi ne abbiamo parlato con Patrizia Olivari, Presidente e Amministratore Delegato di Ipsen S.p.A. parte del team anche Alessia Brigido, BU Head Neuroscience & Rare Disease e Valentina Acciai, Market access Lead

Come è nata l’idea di realizzare questo progetto e a chi si rivolge?
In Italia, circa 85mila persone sopravvivono ogni anno ad un Ictus, spesso con delle ripercussioni gravemente invalidanti che meriterebbero un solido programma di trattamento e riabilitazione. Infatti, fino al 40% sviluppa una condizione di spasticità post-ictus. Mentre la gestione della fase acuta rappresenta una risposta diretta al problema, la fase cronica manca di una corretta presa in carico del paziente e, molto spesso, anche di diagnosi, comportando impossibilità di accesso ai trattamenti disponibili. Sebbene si registri una prevalenza di invalidità piuttosto elevata, a livello nazionale sono ancora troppe le criticità che ostacolano una efficiente presa in carico del paziente dopo la dimissione dall’ospedale. Infatti, ad oggi, nove pazienti su 10 abbandonano il percorso di cura tra la fase acuta e la fase cronica. In questo scenario nasce il progetto “Dedalo”, che rappresenta il primo programma multi-stakeholders volto ad individuare un modello di presa in carico che possa rispondere all’esigenza di una migliore continuità assistenziale.

Potrebbe descriverlo brevemente?
Il progetto “Dedalo” ha l’obiettivo di identificare le principali criticità che ostacolano la presa in carico del paziente con spasticità post-ictus e per produrre raccomandazioni che possano ottimizzare la gestione multidisciplinare della patologia. L’iniziativa si è svolta nel corso del biennio 2021-2022, in due fasi: una nazionale e una regionale, contando 13 tavoli multidisciplinari in cinque regioni. Lo Steering Committee nazionale, composto da specialisti neurologi, fisiatri, nonché medici di medicina generale, farmacisti ospedalieri e con la partecipazione di un farmaco-economista, ha analizzato l’attuale percorso del paziente per evidenziarne i gap diagnostici-terapeutici ed organizzativi, per proporre una lista di azioni concrete per migliorare il percorso di cura. A conclusione del progetto è stato prodotto un consensus paper validato nelle cinque realtà regionali coinvolte: Lombardia, Piemonte, Lazio, Campania e Sicilia.

Che risultati avete o volete raggiungere?
Sono state prodotte tre diverse pubblicazioni: due articoli su AboutPharma e un consensus su HealthCare (MDPI). I documenti prodotti sono il frutto del lavoro degli oltre 70 stakeholderspayers, decisori regionali e rappresentanti di associazioni pazienti – coinvolti nei diversi tavoli multidisciplinari che hanno permesso di sensibilizzare gli interlocutori sulle attuali barriere di diagnosi e trattamento e, allo stesso tempo, hanno stimolato l’ideazione di proposte organizzative per colmare i gap individuati nella presa in carico nella spasticità post-ictus.

Cosa pensa ci sia ancora da fare in questo ambito?
Il progetto “Dedalo” ha permesso di individuare i principali bisogni per una gestione efficace della spasticità post-ictus che potremmo riassumere in 3 punti:
La necessità di garantire una diagnosi corretta; ad oggi solo il 18% dei pazienti che sopravvivono ad un ictus riceve una diagnosi di spasticità e soltanto 5.000 di questi beneficeranno del corretto trattamento.
La riorganizzazione territoriale in chiave di miglioramento della gestione della fase post acuta, per esempio, attraverso reti e percorsi dedicati.
Incrementare l’awareness sulla patologia e supportare la creazione di un sistema strutturato di continuità assistenziale.

Qual è l’aspetto principale del Market Access & Public Affair che sarà più importante secondo lei nei prossimi anni?
Sarà chiave consolidare le partnership con gli interlocutori nazionali e regionali con l’obiettivo di lavorare di concerto per migliorare la presa in carico e favorire l’accesso alle cure per i pazienti con spasticità post-ictus.



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