040 – Mirabile (Ibsa Farmaceutici): “Fondamentale sostenere e affiancare il paziente nella comprensione degli aspetti della sua salute con nuovi linguaggi nuovi canali”

#lsea2023

Non dire Tiroide

Alessandra Mirabile

Fare cultura e sensibilizzare la popolazione sulle patologie tiroidee. È questa l’idea alla base del progetto “Non dire Tiroide” realizzato da Ibsa Farmaceutici. Abbiamo approfondito l’argomento con Alessandra Mirabile, Senior Product Manager nell’area Endocrinologia in IBSA.

Come è nata l’idea di realizzare questo progetto e a chi si rivolge?
Le patologie della tiroide colpiscono più di 6 milioni di italiani, ma solo una persona su cinque le conosce e il 70% della popolazione non si è mai sottoposta ad un controllo. La campagna “NON DIRE TIROIDE” è nata nel 2021 ed è proseguita fino al 2023, come parte di un più ampio ecosistema digitale (www.latiroide.it) con l’obiettivo di fare cultura e sensibilizzare la popolazione sulle patologie tiroidee, sfatando falsi miti molto diffusi con un linguaggio semplice e divertente, senza mai sostituirsi al medico, ma diventando un punto di riferimento per tutte le persone e i pazienti alla ricerca di informazioni corrette, semplici e rassicurati.

Potrebbe descriverlo brevemente?
“NON DIRE TIROIDE” è una campagna di sensibilizzazione sulla tiroide e le patologie tiroidee dal format fresco e divertente che vuole portare informazione e maggiore consapevolezza nel pubblico, aiutandolo a riconoscere i sintomi legati a un disturbo tiroideo, rivolgersi al proprio medico e ricevere il supporto necessario. Attraverso un viaggio in diverse città italiane (Napoli, Roma, Milano, Bergamo e Bologna) il noto comico e cabarettista di Zelig Paolo Labati ha intervistato i passanti per indagare il vero grado di conoscenza degli italiani sulla tiroide e le sue patologie. La campagna, inoltre, si è evoluta nel tempo: visto il grande interesse suscitato dal tema dieta e tiroide, l’ultima edizione ha visto come protagonista questo argomento. In totale, dal 2021 all’inizio del 2023 sono state create 30 video pillole, diffuse su tutti i social della campagna (Facebook, Linkedin e Instagram), sempre affiancate agli interventi di esperti endocrinologi al fine di fornire e divulgare informazioni corrette e sfatare le false credenze emerse nelle interviste.

Che risultati avete o volete raggiungere?
“NON DIRE TIROIDE” ha raccolto nel 2021 oltre 4 milioni e mezzo di visualizzazioni e circa 10.000 interazioni sui social. Il progetto è proseguito, aggiungendo ulteriori contenuti, anche per tutto il 2022 e l’inizio del 2023, superando i risultati dell’anno precedente e arrivando a 5 milioni e mezzo di visualizzazioni e più di 11.000 interazioni. L’obiettivo futuro sarà quello di raggiungere un target ancora più ampio e disseminare ulteriori informazioni su nuovi aspetti in ambito tiroideo.

Cosa pensa ci sia ancora da fare in questo ambito?
Negli ultimi anni la diffusione del web ha spinto quote crescenti di popolazione a rivolgersi alla rete per cercare informazioni sul proprio stato di salute. Addirittura, circa 1 italiano su 3 cerca informazioni mediche sul web senza consultare il proprio medico. Questo sottolinea l’importanza di continuare a supportare iniziative di sensibilizzazione, validate da esperti del settore e che allo stesso tempo siano al passo con i trend comunicazionali e sfruttino il potenziale del web e dei canali social.

Qual è l’aspetto principale del Patient Advocacy Digital Campaign che sarà più importante secondo lei nei prossimi anni?
La centralità paziente è un elemento sempre più importante in ambito sanitario e continuerà ad essere fondamentale sostenere e affiancare il paziente nella comprensione degli aspetti della sua salute. Vista però la sua evoluzione e quella delle forme di comunicazione, sarà imprescindibile l’uso di nuovi linguaggi e di nuovi canali. Ciò sarà possibile tramite il diretto coinvolgimento del paziente e l’ascolto attivo dei suoi bisogni, in una stretta collaborazione tra istituzioni, associazioni di pazienti e clinici.



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