152 – Mancuso (Roche): “Fondamentale raggiungere un’audience diversificata sul loro canale preferito”

#lsea2023

Dal primo momento:

vicini ai pazienti con Linfomi non Hodgkin

Andrea Mancuso

Un progetto realizzato da Roche per sensibilizzare sui linfomi. È la campagna “Dal primo momento: vicini ai pazienti con Linfomi non Hodgkin”, nata anche grazie alla collaborazione con Lampada di Aladino Onlus e AIL. Abbiamo approfondito l’argomento con Andrea Mancuso, Brand manager ematologia

Come è nata l’idea di realizzare questo progetto e a chi si rivolge?
I tumori del sangue colpiscono circa 30.000 italiani ogni anno e sono la quarta causa di morte per cancro al mondo. Linfomi, leucemie e mielomi sono le neoplasie ematologiche che colpiscono il sistema linfatico, le cellule del midollo osseo e il sistema immunitario. In particolare, il linfoma diffuso a grandi cellule B (DLBCL) è la forma più frequente ed aggressiva di linfoma non-Hodgkin. Nonostante tutto c’è ancora scarsa conoscenza sui linfomi non-Hodgkin. Lo conferma uno studio di Elma Reaserch, da noi commissionato: due italiani su tre dichiarano di avere nozioni su questo tipo di patologia, ma sono spesso limitate e superficiali. Di conseguenza, questa forma di tumore risulta essere meno conosciuta di altre patologie comuni.
Con questa iniziativa, realizzata con il patrocinio di AIL e Lampada di Aladino Onlus, vogliamo accendere i riflettori sul linfoma non Hodgkin e in particolare sul DLBCL per avvicinare e sensibilizzare maggiormente i pazienti e l’opinione pubblica su questa disease, ancora poco conosciuti dagli italiani malgrado la loro diffusione, ribadendo l’importanza di arrivare alla migliore cura sin da subito, dalla prima linea, dal primo momento.

Potrebbe descriverlo brevemente?
La campagna “Dal primo momento: vicini ai pazienti con Linfomi non Hodgkin” ha per noi l’obiettivo di diffondere informazioni corrette e consapevolezza su questa forma di linfomi, cioè tumori del sistema linfatico. L’iniziativa, anche grazie alla collaborazione con Lampada di Aladino Onlus e AIL, prevede momenti di approfondimento sulla patologia, per avvicinare e sensibilizzare maggiormente le persone comuni a questo tema con l’organizzazione di roadshow e la produzione di materiali informativi sulla patologia disponibili sul nostro sito Roche.it ed erogati anche nelle sale di attesa di alcuni centri italiani. In questo senso, abbiamo organizzato il primo evento dedicato ai pazienti lo scorso 8 settembre a Bari con eccellenti risultati e cospicua partecipazione (circa 100 tra pazienti e caregiver).

Che risultati avete o volete raggiungere?
Il nostro obiettivo è di sensibilizzazione l’opinione pubblica, pazienti e caregivers su tematiche importanti relative a queste patologie. Come è emerso dalla ricerca condotta da ELMA Reaserch, il gap informativo su questi tumori è ancora troppo grande. Sappiamo che la migliore cura inizia dalla prevenzione e quindi ci impegniamo ad incoraggiarla. Inoltre, dopo anni in cui non sono emerse rilevanti novità terapeutiche, oggi assistiamo a un cambio davvero epocale: la speranza è rappresentata dalle nuove terapie che stanno arrivando e che sarà possibile applicare sin dalla prima linea. La ricerca e i nuovi farmaci hanno aumentato progressivamente le possibili soluzioni e ampliato le capacità di trattamento. Oggi vediamo l’utilizzo e lo sviluppo degli anticorpi bispecifici e una quantità di farmaci nuovi, che consentono di registrare una maggiore risposta alla cura anche nelle linee avanzate del linfoma. Nel prossimo futuro potremo contare su una scelta terapeutica che siamo sicuri migliorerà sensibilmente la vita dei pazienti.
Inoltre in Roche non lavoriamo solamente in ricerca e sviluppo, ma accompagniamo il paziente dalla diagnosi alla cura attraverso una costante collaborazione con associazioni, clinici e ricercatori con i quali abbiamo costruito una solida e proficua partnership. Vogliamo continuare a lavorare insieme a tutti gli attori del sistema salute per aiutare a garantire una vita sempre migliore a tutti i pazienti con tumori del sistema linfatico.

Cosa pensa ci sia ancora da fare in questo ambito?
Continuare ad investire in ricerca e sviluppo per il benessere delle persone che hanno un tumore del sistema linfatico e collaborare con sempre maggior intensità con i pazienti, le associazioni e tutto il mondo della salute. Come recita il nostro slogan per noi è importante “portare le migliori soluzioni, nel minor tempo possibile in maniera sostenibile per il Sistema salute”.

Qual è l’aspetto principale del Communication Project che sarà più importante secondo lei nei prossimi anni?
Come azienda impegnata nel mondo della salute ci rivolgiamo a un pubblico estremamente eterogeneo. Per questo diventa fondamentale raggiungere un’audience diversificata sul loro canale preferito. “Dal primo momento: vicini ai pazienti con linfomi non-Hodgkin” rappresenta perfettamente quello che dico. La campagna utilizza i canali digitali del nostro sito e dei nostri social, abbinandoli ai media cosiddetti “classici”, come la stampa e la partnership con testate che si occupano di salute. Inoltre il nostro lavoro continua più direttamente anche nei centri oncologici, con la distribuzione di poster e brochure informative sulla patologia e incontri diretti con i pazienti.



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