Una certa forma del gene della longevitĂ , detto klotho, è associata ad un effetto protettivo nei confronti dei deficit cognitivi e del morbo di Alzheimer nei soggetti portatori del gene APOE4 che predispone ad un maggior rischio di questa patologia. Lo suggerisce uno studio…
LeggiCanale Medicina: Neuroscienze & patologie neurodegenerative
Come funzionano davvero gli stimolantori nel migliorare l’attenzione?
Piuttosto che migliorare la concentrazione, il metilfenidato ed altri stimolanti simili di fatto funzionano incrementando la motivazione individuale al completare compiti difficili incrementando i livelli di dopamina. Questi farmaci dunque non incrementano soltanto la capacitĂ di svolgere dei compiti, ma anche la motivazione a…
LeggiDieta e rischio demenza: ancora nuovi dati
La combinazione degli alimenti consumati da una persona potrebbe influenzare il rischio di demenza esattamente nella stessa misura dei singoli alimenti che vengono consumati. I soggetti la cui dieta consta eminentemente di alimenti a lavorazione industriale e grassi hanno probabilitĂ significativamente maggiori di sviluppare…
LeggiDemenza: supporto per l’amiloide come target preventivo
I primi dati dello studio Anti-Amyloid Treatment in Asymptomatic Alzheimer’s Disease (A4) supportano l’ipotesi secondo cui un maggior livello cerebrale di amiloide rappresenta uno stadio preclinico precoce di morbo di Alzheimer. L’analisi dei dati ha dimostrato che elevati livelli di amiloide in anziani clinicamente…
LeggiIntervento sulla consapevolezza connesso a benefici cognitivi
Gli interventi basati sulla consapevolezza possono avere un effetto benefico sulla cognizione, per quanto limitato ad alcuni domini cognitivi. Lo suggerisce la meta-analisi di 78 studi randomizzati condotta da Nur Hani Zainal della Pennsylvania State University, secondo cui dato che la ricerca dimostra che…
LeggiParkinsonismo farmacoindotto: connettivitĂ funzionale rete sensorimotoria predice ripresa
In una sostanziale proporzione di pazienti con parkinsoninsmo farmacoindotto (DIP), il parkinsonismo può persistere per periodi prolungati dopo la sospensione del farmaco responsabile, il che suggerisce la presenza di una subdola neurodegenerazione sottostante. E’stato ipotizzato che i pazienti con DIP presentino deficit della connettivitĂ …
LeggiPrimo caso di CoVid-19 presentato come sindrome di Guillain-Barré
E’ stato descritto in Cina il primo caso di CoVid-19 inizialmente presentato come sindrome di Guillain-Barrè (GBS). Il paziente era una donna di 61 anni di ritorno a casa da Wuhan durante la pandemia. Come affermato da Sheng Chen della Shangai Jiao Tong University,…
LeggiParkinson: la Cbt al telefono allevia la depressione
(Reuters Health) – Secondo quanto emerge da uno studio randomizzato pubblicato da Neurology, la terapia cognitivo comportamentale (Cbt) telefonica, in aggiunta al normale trattamento, migliora notevolmente i sintomi della depressione nei pazienti con Malattia di Parkinson. “La Cbt migliora la depressione insegnando agli individui…
LeggiEmicrania: altre evidenze dei benefici dell’agopuntura
Ancora altre evidenze indicano i benefici dell’agopuntura come trattamento delle emicranie. Uno studio su 147 pazienti ha infatti indicato che questo trattamento porta ad una riduzione di due giorni con cefalee al mese e del numero complessivo di attacchi di emicrania, e l’effetto è…
LeggiUn’aspirina al giorno non toglie la demenza di torno
Un regime giornaliero a base di aspirina a basse dosi non ha alcun impatto nella prevenzione dei lievi difetti cognitivi (MCI), del declino cognitivo o della demenza, come emerge da un’indagine condotto sui dati di monitoraggio dello studio ASPREE, che ha coinvolto 19.114 persone,…
LeggiNuova analisi rinforza i benefici dell’atorvastatina contro gli ictus
Una nuova analisi dello studio SPARCL  ha dimostrato che nei pazienti con ictus o TIA recenti, il numero totale di eventi vascolari prevenuti con l’atorvastatina risulta piĂą che doppio rispetto a quello dei primi eventi prevenuti. Dal punto di vista del paziente, il numero…
LeggiNuovi dati sull’impatto delle esplosioni di guerra sul cervello
Una serie di nuovi biomarcatori potrebbero aiutare ad identificare i veterani esposti ad esplosioni sul campo di battaglia che svilupperanno problemi comportamentali, cognitivi e/o di memoria. Un recente studio condotto sia su animali che sull’uomo, ha infatti rivelato un’associazione fra l’esposizione a detonazioni di…
LeggiSegno della fenditura paramagnetica aiuta ad identificare sclerosi multipla
E’ stato scoperto un nuovo marcatore che potrebbe fornire informazioni prognostiche sui pazienti con sindroli radiologicamente isolate, una condizione caratterizzata da anomalie incidentali alla RM suggestive di sclerosi multipla, ma che intervengono prima della comparsa di qualunque sintomo. Il nuovo marcatore è noto come…
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