Il trattamento di bambini e adulti immunotolleranti (IT) con peginterferone alfa-2a ed entecavir combinati determina una diminuzione delle concentrazioni sieriche dell’antigene epatite B e (HBeAg) e dell’antigene di superficie dell’epatite B (HBsAg), ma raramente provoca la perdita di HBeAg o il mantenimento -risposta al…
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HCV negli adolescenti: Sofosbuvir–Velpatasvir–Voxilaprevir
Sofosbuvir–velpatasvir–voxilaprevir è un regime pangenotipico per l’infezione da virus dell’epatite C cronica (HCV) e viene somministrato una volta al giorno per 12 settimane negli adulti precedentemente trattati con un inibitore dell’HCV NS5A. Inoltre, è un regime indicato anche in assenza di terapia antivirale ad…
LeggiHCV ed evoluzione della velocitĂ di filtrazione glomerulare
I dati relativi all’evoluzione a lungo termine della velocitĂ di filtrazione glomerulare stimata (eGFR) nei pazienti sottoposti a trattamento antivirale per il virus dell’epatite C (HCV) sono limitati. In questo studio prospettico sono stati inclusi 1.987 pazienti con eGFR ≥ 15 ml/min/1,73 m2 che hanno…
LeggiHCC e cirrosi: la sorveglianza migliora diagnosi, trattamento e sopravvivenza
Attualmente, a causa della mancanza di dati relativi a RCT (Randomized Control Trials) è ancora aperta la controversia riguardo il valore complessivo della sorveglianza del carcinoma epatocellulare (HCC) nei pazienti con cirrosi. Per affrontare questo problema, sono state condotte una revisione sistematica e una…
LeggiFegato grasso non alcolico: losartan nel trattamento pediatrico
Ad oggi, non esiste alcuna farmacoterapia per la steatosi epatica non alcolica pediatrica (NAFLD). Il losartan, un bloccante del recettore dell’angiotensina II, è stato quindi proposto come trattamento per i suoi effetti antifibrotici. La ricerca clinica sulla steatoepatite non alcolica ha perciò voluto condurre uno…
LeggiStadiazione genetica e metabolica per prevedere l’esito della NAFLD
La steatosi epatica non alcolica (NAFLD) è una causa emergente di eventi correlati al fegato (LRE). In questo studio si è quindi valutata la capacitĂ di un punteggio composito – basato su caratteristiche cliniche, comorbiditĂ metaboliche e varianti genetiche – di predire gli LRE. Sono…
LeggiEpatite B cronica: trattamento con tenofovir alafenamide
Attualmente i dati sugli esiti del trattamento sequenziale del virus dell’epatite B con tenofovir alafenamide (TAF) sono limitati. I ricercatori hanno quindi provato a valutare l’efficacia e la sicurezza renale di TAF nei pazienti con epatite cronica B (CHB) precedentemente trattati con entecavir (ETV),…
LeggiEpatite B: virus integrato correlato all’attivitĂ virale nei pazienti
Il virus dell’epatite B (HBV), oltre ad avere la capacitĂ di integrarsi nel genoma ospite dell’epatocita, sembra che sia anche capace di contribuire alla produzione persistente di proteine ​​virali. In questo studio sono quindi stati quantificati i livelli di HBV integrato nei pazienti con…
LeggiFattore VIII/proteina C: eventi correlati e ipercoagulabilitĂ nell’ACLF
Partendo dall’ipotesi che il rapporto tra il fattore VIII pro-coagulante e la proteina C anticoagulante (FVIII/PC) sia capace di riflettere l’equilibrio emostatico, questo studio ha valutato sia il valore prognostico che lo stato di ipercoagulabilitĂ (come valutato dal test di generazione della trombina modificato…
LeggiNAFLD grave: forza di presa e massa muscolare
Studi trasversali hanno mostrato che una massa muscolare e una forza inferiori possono essere fattori di rischio per la steatosi epatica non alcolica (NAFLD). Pertanto, essendo l’evidenza da studi prospettici limitata, questo studio ha esaminato sia la forza che il modello delle associazioni tra questi…
LeggiIL-6 può essere un biomarcatore utile per la diagnosi di MHE?
Ad oggi la diagnosi di encefalopatia epatica minima (MHE) avviene attraverso test psicometrici, che richiedono molto tempo e spesso vengono trascurati nella pratica clinica. Inoltre, è stata riscontrata un’associazione tra gli elevati livelli sierici di interleuchina-6 (IL-6) e MHE. Lo scopo di questo studio,…
LeggiHCC tra pazienti con fibrosi o cirrosi avanzata dopo la cura per HCV
La cura del virus dell’epatite C (HCV) riduce il rischio di carcinoma epatocellulare (HCC), ma non riesce ad eliminarlo totalmente; infatti, la sorveglianza dell’HCC è raccomandata nelle popolazioni in cui l’incidenza supera l’1,5% all’anno. Nella cirrosi, invece, la sorveglianza dell’HCC dovrebbe continuare anche dopo…
LeggiHCV: fallimento DAA con algoritmi di apprendimento automatico
Con questo studio gli esperti hanno mirato a sviluppare e convalidare algoritmi di apprendimento automatico per predire il fallimento del trattamento antivirale ad azione diretta (DAA) tra i pazienti affetti da infezione da virus dell’epatite C (HCV). La ricerca è quindi cominciata dai dati…
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