I comuni parametri ECG che vengono automaticamente riportati durante la normale acquisizione di un tracciato rappresentano marcatori di rischio indipendenti di mortalità cardiovascolare e migliorano la capacità di predire eventi fatali in una popolazione di pazienti con nefropatie croniche. Rajat Deo dell’Università della Pennsylvania…
LeggiCanale Medicina: Rene & patologie urogenitali
Glomerulonefriti: lupus collegato alla maggiore mortalità
I pazienti con nefrite lupica risultano più giovani rispetto a quelli che ricevono diagnosi di altri cinque sottotipi di glomerulonefrite nelle nefropatie terminali, ma presentano anche il maggior tasso di mortalità. Questo dato deriva da uno studio condotto su 84.301 pazienti con sei sottotipi…
LeggiUrolitiasi: troppo elevate le radiazioni della TC
La maggior parte dei pazienti che si presentano in pronto soccorso con sospetta urolitiasi non viene sottoposta alle tecniche TC a basso dosaggio di radiazioni attualmente raccomandate. Questa conclusione deriva da uno studio condotto su 1.582 soggetti da Rebecca Smith-Bindman dell’Università della California, che si…
LeggiNefropatie avanzate: metformina aumenta la mortalità
Uno studio taiwanese ha collegato per primo l’uso della metformina all’incremento del rischio di mortalità nei pazienti con diabete di tipo 2 e nefropatie avanzate. In un registro nazionale di pazienti con diabete di tipo 2 e nefropatie croniche allo stadio 5, coloro che…
LeggiPatologie urogenitali: cure e farmaci sempre più ad hoc
Diagnosi più precise e terapie più accurate: questi gli obiettivi contro il tumore alla prostata, che colpisce ogni anno 36mila italiani e si conferma come il più frequente tra la popolazione maschile in Occidente. A fare il punto della situazione sono gli oltre 600 specialisti riunitisi…
LeggiTest PSA ancora praticato negli uomini ad alto rischio di mortalità
Benchè negli USA lo screening del tumore prostatico basato sul PSA sia stato in declino a seguito del rilascio delle linee guida del 2012 che scoraggiavano questa pratica, un elevato numero di pazienti ad elevato rischio di mortalità viene ancora sottoposto a questa pratica…
LeggiTumori prostatici ad alto rischio: docetaxel migliora la sopravvivenza
Nei pazienti con tumori prostatici localizzati ad alto rischio, la chemioterapia basata sul docetaxel aggiunta alla deprivazione androgenica (ADT), migliora la sopravvivenza libera da recidive. Era già stato dimostrato che la combinazione di docetaxel ed estramustina migliora la sopravvivenza negli uomini con tumori prostatici…
LeggiMalattia renale pediatrica: un aiuto dagli integratori di vitamina D
Mantenere livelli di vitamina D normali contribuisce a preservare la funzione renale nei bambini con malattia renale cronica (CKD). Ad affermarlo, uno studio che apparirà sul Journal of the American Society of Nephrology (JASN). I risultati indicano che la vitamina D, integratore nutrizionale economico, facile…
LeggiRene&Patologie urogenitali N° 1
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LeggiUn nuovo intervento rimuove la vescica senza condannare al ‘sacchetto’ esterno
È possibile rimuovere la vescica senza essere condannati poi a portare un sacchetto esterno. Lo stanno per dimostrare, per la prima volta in Italia, gli urologi del Regina Elena di Roma e della University of Southern California, che eseguiranno 10 interventi di cistectomia radicale robotica con derivazione cutanea continente totalmente intracorporea.…
LeggiTumore di Wilms: potenziare la chemioterapia riduce le recidive
Nei bambini con forme di tumore di Wilms ad alto rischio, l’integrazione alla terapia standard con ulteriori agenti può migliorare gli esiti. La forma ad alto rischio di questi tumori, rare neoplasie dei reni che colpiscono eminentemente bambini al di sotto dei 5 anni, può…
LeggiInfezioni urinarie da catetere: come evitarle in terapia intensiva
Nell’unità di terapia intensiva neurochirurgica del North Shore University Hospital di Manhasset è stato concepito con grande successo un programma per prevenire le infezioni del tratto urinario associate al catetere (CAUTI). In questa unità non si è più verificato alcun caso di infezione del…
LeggiIl precondizionamento ischemico riduce il danno renale post-chirurgico
Il precondizionamento ischemico remoto protegge i pazienti dai danni renali acuti dopo un intervento di chirurgia cardiaca e, inoltre, riduce significativamente la necessità di terapie nefrosostitutive e la durata della degenza in unità di terapia intensiva. Secondo Alexander Zarbock dell’Ospedale Universitario di Munster, autore…
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