I pazienti che si presentano in ospedale con infarto acuto complicato da shock cardiogeno vanno incontro ad esiti significativamente migliori se trattati con una strategia di rivascolarizzazione invasiva che comprenda PCI o posizionamento di un bypass piuttosto che con una strategia gestionale conservativa. Nel…
LeggiCanale Medicina: Colesterolo & coronaropatie
Claritromicina e statine: aumento degli effetti collaterali
La combinazione di una statina non metabolizzata dal CYP3A4 con l’antibiotico noto come claritromicina è associata ad un aumento del rischio di effetti collaterali. I soggetti che assumono claritromicina in aggiunta a rosuvastatina, pravastatina o fluvastatina presentano, infatti, un aumento del rischio di ricovero…
LeggiArresto cardiaco nei bambini: nessun vantaggio con ipotermia e normotermia
(Reuters Health) – Un grande studio è arrivato alla conclusione che raffreddare il corpo di un bambino colpito da arresto cardiaco fuori dall’ospedale non favorisce in nessun modo la sopravvivenza e non produce nessun aumento significativo della funzionalità, rispetto al mantenimento della temperatura del…
LeggiInfarto donne e’ piu’ pericoloso, non si riconoscono i sintomi
L’infarto e’ piu’ letale nelle donne a causa dei ritardi nel riconoscerne i sintomi e quindi chiamare i soccorsi. Una ricerca dell’Universita’ di Bologna ha spiegato questa pericolosa correlazione. La ricerca, guidata da Raffaele Bugiardini del Dipartimento di Medicina Specialistica, Diagnostica e Sperimentale dell’Universita’…
LeggiBypass: mortalità doppia con diabete tipo 1
I pazienti con diabete di tipo 1 sottoposti a bypass coronarico presentano un rischio di mortalità a 6 anni più che raddoppiato rispetto alla popolazione generale, mentre al contrario la prognosi dei soggetti con diabete di tipo 2 risulta solo leggermente peggiore rispetto a…
LeggiSTEMI: ritardi possono aumentare la mortalità
Nei pazienti con STEMI, un intervallo prolungato intercorrente fra il primo contatto medico e la terapia riperfusionale (“ritardo di sistema”), potrebbe influenzare la mortalità sia a breve che a lungo termine, ma solo nei pazienti in cui è interessata la porzione anteriore del cuore.…
LeggiL’algoritmo che esclude l’infarto nel giro di un’ora
Un algoritmo innovativo che prevede la misurazione dei livelli di troponina T cardiaca ad elevata sensibilità (hs-cTnT) può escludere in modo sicuro ed efficace l’infarto miocardico acuto entro un’ora nei pazienti che si presentano in pronto soccorso con dolore toracico. Nell’ambito di un recente…
LeggiInfarto, 95% italiani ha vicino un centro attrezzato ‘salvavita’
“Molto positiva, pur con margini di miglioramento, ma in continuo progresso”. Questo in sintesi il quadro dell’assistenza alle persone colpite da infarto cardiaco in Italia, fotografato dalla Societa’ Italiana di Cardiologia Invasiva (Gise) nel Rapporto ‘Rete Ima Web 2′ e presentato oggi a Milano.…
LeggiCongresso SIec: la tecnologia avanzata applicata all’infarto miocardico
Dalla ricerca europea e italiana arrivano nuove tecnologie ecocardiografiche per valutare il cuore durante l’infarto. E’ ora possibile identificare presto e accuratamente dove si sta verificando l’infarto. L’analisi tridimensionale localizza la zona che sta soffrendo per la chiusura della coronaria, lo studio della deformazione…
LeggiInfarto, lo stress peggiora la prognosi nelle donne
Le donne giovani e di mezza età che affrontano la convalescenza da un infarto miocardico acuto, presentano un maggior livello di stress soggettivo rispetto agli uomini e, tale fenomeno, è associato ad una ripresa peggiore. Secondo un recente studio che ha esaminato un totale…
LeggiInfarto miocardico senza sopraslivellamento del tratto ST, Fondaparinux superiore all’Eparina
Nei pazienti con un infarto miocardico senza sopraslivellamento del tratto ST (NSTEMI), l’impiego del fondaparinux (un inibitore del fattore Xa) è associato ad un minor rischio di emorragie intraospedaliere e mortalità rispetto a quello di eparina a basso peso molecolare. Nell’ambito di un’ampia analisi condotta…
LeggiStenosi della coronaria principale sinistra, PCI e bypass a confronto
Secondo i risultati dello studio PRECOMBAT, condotto su 600 pazienti con stenosi della coronaria principale sinistra, l’applicazione di uno stent tramite un intervento coronarico percutaneo (PCI) o di un bypass coronarico, non portano ad alcuna differenza per quanto riguarda l’incidenza di eventi cardiaci maggiori…
LeggiRivascolarizzazione coronarica: smentito il “paradosso del fumo”
In base ai risultati dello studio SYNTAX che ha esaminato un campione di 1.793 pazienti a seguito di una rivascolarizzazione coronarica, il fumo sembra essere un fattore associato ad esiti clinici peggiori, in particolare all’infarto. Ciò indica che non esisterebbe alcun “paradosso del fumo”,…
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