La ESC ha editato un aggiornamento per le sue linee guida sulla duplice terapia antipiastrinica (DAPT) nelle coronaropatie. L’aggiornamento, elaborato in collaborazione con la EACTS, è incentrato sulla medicina personalizzata, e pone il rischio emorragico individuale in una posizione preminente nelle decisioni su tipologia…
LeggiCanale Medicina: Colesterolo & coronaropatie
Arresto cardiaco: boccheggiare positivo per la sopravvivenza
Boccheggiare alla ricerca di aria prima o durante la CPR per un arresto cardiaco extraospedaliero (OHCA) rappresenta un forte fattore predittivo di sopravvivenza con funzionalità cerebrale favorevole. Al di là della tachicardia o fibrillazione ventricolare come ritmo cardiaco di presentazione, questo comportamento sembra essere…
LeggiFentanyl e cateterizzazione: routine o rischio?
Un recente studio ha dimostrato che il fentanyl ritarda e riduce gli effetti antipiastrinici del ticagrelor nei pazienti sottoposti a PCI. Lo studio, condotto da John McEvoy della Johns Hopkins University di Baltimora, è stato condotto in quanto era noto che la morfina avesse…
LeggiCoronaropatie acute: gestione invasiva non peggiora qualità della vita negli anziani
Il paragone fra approcci conservativi ed invasivi nella gestione delle coronaropatie acute nei pazienti sopra gli 80 anni rivela soltanto differenze minori nella qualità della vita correlata alla salute. Secondo Bjorn Bendz dell’ospedale universitario di Oslo, autore di uno studio condotto su 229 pazienti,…
LeggiPlacche coronariche non ostruttive alla TC cardiaca: allarmanti o no?
Il medico dovrebbe fare qualcosa se un paziente asintomatico presenta una placca non ostruttiva alla TC cardiaca, oppure questi pazienti non dovrebbero proprio essere sottoposti a questi esami? Le divergenze in materia sono chiare: secondo alcuni una lesione del genere, una volta individuata, va…
LeggiTerapia ipolipidemizzante orale e niente PCSK9-i per la maggior parte dei pazienti
Una vasta maggioranza di pazienti potrebbe ottenere livelli target di colesterolo semplicemente mediante statine ed ezetimide, e non necessita di assumere PCSK9-inibitori. Lo ha accertato uno studio condotto da Cristopher Cannon del Brigham and Women’s Hospital di Boston su 105.269 pazienti, il cui scopo…
LeggiStatine: interrompere il trattamento aumenta rischio cardiovascolare del 13%
(Reuters Health) – Interrompere la terapia con statine a causa di dolori muscolari o gastrici può rivelarsi una scelta pericolosa a lungo termine. È la conclusione a cui è giunto uno studio condotto dal Brigham and Women’s Hopsital di Boston, pubblicato da Annals of…
LeggiFibrillazione atriale: assistenza cardiologica precoce connessa ad esiti migliori
I soggetti con recente diagnosi di fibrillazione atriale vanno incontro ad esiti migliori se gestiti entro 90 giorni da un cardiologo piuttosto che dal medico di base, e ricevere farmaci anticoagulanti orali sembra mediare parzialmente la riduzione del rischio di ictus, ma non quello…
LeggiPCI: esiti migliori per gli obesi
I pazienti obesi o anche in sovrappeso presentano una sopravvivenza migliore e meno eventi cardiovascolari o emorragici a seguito di un PCI rispetto alle loro controparti magre o di peso normale. Questi benefici persistono anche per 5 anni dopo l’intervento, e vengono osservati sia…
LeggiHerpes Zoster connesso ad ictus ed infarto
Una nuova diagnosi di Herpes Zoster (HZ) aumenta significativamente il rischio di ictus ed infarto nell’anno susseguente all’infezione, ed il rischio è sorprendentemente elevato nei soggetti al di sotto dei 40 anni, un gruppo tipicamente gravato da meno fattori di rischio di arteriosclerosi. Secondo…
LeggiCoronaropatie: spessore intima-media arteria radiale regredisce con prevenzione secondaria
Lo spessore intima-media dell’arteria radiale (rIMT), misurato mediante ecografia ad alta risoluzione, è associato ad un incremento del rischio cardiovascolare e predice gli esiti per il paziente. Sono state effettuate ecografie ad alta risoluzione dell’arteria radiale per investigare i cambiamenti che avvengono a livello…
LeggiCambiamenti nel sangue periferico connessi ad aumento coronaropatie
Alcune mutazioni genetiche nelle cellule del sangue periferico potrebbero rappresentare un fattore causale contribuente per coronaropatie ed arteriosclerosi, specialmente negli anziani. In un recente studio, la presenza di ematopoiesi clonale di potenziale indeterminato (CHIP), definita come clone somatico espanso di cellule ematiche in soggetti…
LeggiVelocità di propagazione aortica: nuovo strumento di valutazione delle coronaropatie
L’elevato carico della mortalità da patologie cardiovascolari nel mondo è legato all’arteriosclerosi ed alle sue complicazioni, e pertanto un suo rilevamento ed una gestione precoci mediante metodi facilmente accessibili e non invasivi sarebbero apprezzabili. La velocità di propagazione aortica (AVP) mediante color M-mode dell’aorta…
Leggi