
L’immagine
L’analisi dell’involucro del virus Zika, indica che questo è molto simile alla struttura superficiale di altri virus già noti, come quelli responsabili di dengue, febbre gialla e febbre del Nilo occidentale. La novità non è in questa somiglianza, poiché è noto da tempo che il virus Zika appartiene a questa stessa famiglia di virus, chiamati flavivirus. La mappa permette di capire meglio i meccanismi che il virus usa per scardinare le porte di accesso delle cellule che infetta. Il ‘grimaldello’ potrebbe essere una proteina che si trova sulla sua superficie e questa scoperta potrebbe aprire la strada a farmaci e vaccini capaci di bloccare l’infezione. L’analisi della struttura esterna del virus potrebbe anche aiutare a far luce sulle apparenti connessioni tra il virus, che provoca sintomi simili all’influenza, e i casi di microencefalia e sindrome di Guillain Barre che sembrerebbero essere aumentati nelle regioni in cui Zika si è diffuso maggiormente.
