Vent’anni di legge 219. “Donare sangue significa donare vita”. Intervista a Orazio Schillaci

La promozione della cultura del dono, la sicurezza delle trasfusioni e l’investimento sui giovani donatori sono i pilastri di un sistema che ha già raggiunto risultati importanti ma che guarda al futuro con l’obiettivo di garantire autosufficienza e solidarietà per tutti i cittadini. È questo il messaggio che il ministro della Salute Orazio Schillaci rilancia in occasione del ventennale della legge 219, ricordando come la donazione di sangue resti un gesto volontario, gratuito e fondamentale per il Paese.

“La donazione volontaria e gratuita rappresenta il fondamento del sistema trasfusionale italiano. Il gesto del donatore non è solo altruistico, ma anche essenziale per garantire cure sicure e solidali a tutti i cittadini. Donare sangue vuol dire veramente donare vita – ha spiegato Schillaci – tra l’altro è anche il titolo di una campagna di comunicazione che abbiamo promosso proprio su questo tema”.

Il nostro Paese ha raggiunto risultati molto confortanti, ha ricordato: “Negli ultimi anni il numero di donazioni è cresciuto in maniera significativa. Siamo diventati autosufficienti per quanto riguarda i globuli rossi. Ancora non lo siamo, purtroppo, per i plasma derivati, però se consideriamo quante trasfusioni vengono fatte in Italia ogni anno, quante persone hanno bisogno di plasma derivati, siamo sicuramente sulla strada giusta”.

Il ministro ha voluto poi evidenziare l’importanza della gratuità e della volontarietà del gesto: “La volontarietà del gesto credo che sia l’atto più bello, in un sistema che è totalmente gratuito, e che rispetta pienamente i valori fondanti del nostro servizio sanitario nazionale. Però non ci possiamo fermare qui. Dobbiamo portare la cultura della donazione soprattutto tra i più giovani. Abbiamo realizzato campagne con la CRUI e con i rettori italiani per sensibilizzare gli studenti universitari, perché nei prossimi anni il contributo dei giovani sarà fondamentale per consolidare questo percorso”.

La sicurezza del sangue e dei suoi derivati rappresenta un altro punto di eccellenza del sistema italiano. “Oggi il servizio sanitario nazionale ha tutte le caratteristiche per garantire, attraverso controlli rigorosi, che il sangue donato sia sicuro per chi lo riceverà – ha sottolineato – questo è un principio fondamentale su cui si basa tutta la nostra attività. Inoltre, chi dona può trarre un beneficio anche personale, perché attraverso gli esami necessari alla donazione può monitorare la propria salute”.

Riguardo alla necessità di raggiungere l’autosufficienza anche per i plasma derivati, il ministro ha aggiunto: “Questo è un nostro obiettivo prioritario. Continuiamo a fare campagne di informazione e sensibilizzazione, portando il messaggio in tutti i consessi possibili. È fondamentale puntare sui giovani: gli studenti universitari rappresentano la parte più importante e trovare nuovi donatori tra loro è l’obiettivo per assicurarci finalmente anche l’autosufficienza sui plasmaderivati”.

Non è mancato un messaggio diretto ai donatori: “Intanto li ringrazio per quello che fanno – ha detto Schillaci – il Servizio sanitario nazionale si fonda su principi di equità, universalismo e gratuità delle cure, nei quali si riconoscono pienamente, soprattutto i donatori di sangue”. Infine, il ministro ha infine voluto riconoscere l’apporto dei professionisti che lavorano in prima linea: “Non mi dimentico mai di riconoscere l’alto valore dei professionisti che operano nel Servizio pubblico, rappresentano la colonna portante del sistema salute in Italia”.

E.M.

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