
Lo studio
Honda e colleghi hanno quindi identificato 4.235 pazienti che si sono sottoposti a gastrectomia, l’asportazione totale o parziale dello stomaco, raccogliendo i dati dagli ospedali in cui questi avevano subito l’intervento. Tra tutti, quindi, hanno individuato 924 pazienti trattati in laparoscopia e altrettanti che avevano invece subito l’intervento tradizionale, confrontando gli effetti a lungo termine. Complessivamente, la sopravvivenza a cinque anni è stata di 96,3% nei pazienti operati in modo tradizionale e di 97,1% tra quelli che avevano subito l’intervento in laparoscopia. Per quanto riguarda invece il dato sulle recidive a tra anni dall’intervento, la percentuale è sempre stata simile con le due tipologie di intervento: 97,4% per la chirurgia tradizionale e 97,7% per la laparoscopia.
I commenti
Commentando lo studio, Yanghee Woo, direttore di gastreonterologia del Minimally Invasive Surgery Program al City of Hope di Duarte, California, ha detto che questo avrà un grande impatto in Giappone e in Corea del Sud, dove è maggiore l’incidenza dei tumori dello stomaco. “I dati sulla sopravvivenza in pazienti con cancro allo stomaco nelle prime fasi – ha sottolineato l’oncologo – sono coerenti con altri studi sempre realizzati in Giappone e Corea del Sud. Tuttavia, i risultati registrati sono decisamente migliori rispetto ai dati raccolti sulla stessa tipologia di pazienti negli Stati Uniti, dove meno del 10% dei tumori dello stomaco viene trattato chirurgicamente per via laparoscopica e la gran parte dei casi analizzati riguarda tumori già in fase avanzata”.
A commentare favorevolmente i risultati dello studio giapponese è Steven Hochwald, vice presidente del Dipartimento di Chirurgia Oncologica al Roswell Park Cancer Institute di Buffalo, New York. “Molti di noi hanno utilizzato la chirurgia laparoscopica per il trattamento del tumore dello stomaco, ma nei Paesi occidentali questa tecnica è da sempre stata meno accettata. Nei Paesi asiatici – ha sottolineato – si fanno molti più interventi in laparoscopia e comunque vengono trattati molti più casi di cancro dello stomaco, soprattutto nelle prime fasi e soprattutto in pazienti con indice di massa corporeo basso, che rende la chirurgia mininvasiva preferibile”. “Penso – ha concluso Hochwald – che la chirurgia laparoscopica e robotica si diffonderà sempre di più in occidente nei prossimi anni e che questo migliorerà la nostra abilità nel condurre interventi mininvasivi”.
Fonte: Annals of Surgery 2016
Lorraine L. Janeczko
(Versione italiana Quotidiano Sanità/Popular Science)
