Trapianto del rene: un’analisi delle urine prevede rigetto

Grazie a un’analisi delle urine e alla ricerca di microvescicole contenenti mRna è possibile capire se ci può essere il rigetto di un rene trapiantato. A sviluppare questa nuova tecnica sono stati i ricercatori della Brigham and Women’s Hospital e della Exosome Diagnostics che in un articolo pubblicato sul Journal of the American Society of Nephrology hanno raccontato di aver individuato alcune vescicole che permettono di prevedere gli effetti post-trapianto. L’analisi è stata possibile grazie a 175 pazienti che, comunque, erano stati già sottoposti a biopsie renali.

Gli studiosi sono stati in grado di isolare gli esosomi urinari dalle cellule immunitarie dei reni appena trapiantati. Da queste vescicole, i ricercatori hanno isolato proteine e mRna e hanno identificato un gruppo di 15 geni in grado di distinguere tra una normale funzione renale e i casi di rigetto.

Il rigetto si verifica quando le cellule del sistema immunitario del paziente vedono il rene appena trapiantato come un organo estraneo al loro corpo e rifiutano di accettare gli antigeni del donatore. Tra gli attuali metodi per la verifica del rigetto del rene c’è la biopsia.    “Il nostro obiettivo è di sviluppare i migliori strumenti per monitorare i pazienti senza eseguire le biopsie non necessarie. Cerchiamo di rilevare il rigetto in anticipo, in modo che possiamo trattarlo prima che le cicatrici si sviluppino – ha detto Jamil Azzi, ricercatore che ha condotto l’analisi – Se il rigetto è non trattato, può portare a cicatrici e alla completa insufficienza renale”.

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