
“Lo studio è stato ideato – spiega Mauro Campanini, Presidente Nazionale FADOI – mettendo al centro dell’attenzione l’appropriatezza che non va intesa solo come appropriatezza prescrittiva da parte dei medici, ma anche come appropriatezza, da parte dei pazienti, nell’assumere farmaci e seguire le terapie, e questo è questo quello che vuole appurare lo studio TIAMO per comprendere dove e come possiamo migliorare il trattamento delle persone ipotiroidee”.
L’ipotiroidismo colpisce circa una persona su 25 e il più delle volte è causato da una tiroidite cronica autoimmune e può essere associato ad altre malattie autoimmuni tra cui diabete mellito di tipo 1 e celiachia o ad aumento del rischio di sviluppare un cancro alla tiroide. Spesso causa di aumento di peso, gonfiore, stitichezza, alterazioni del ritmo cardiaco, turbe mestruali, depressione, astenia, sensibilità al freddo, l’ipotiroidismo condiziona la qualità della vita di una persona”.
