(Reuters Health) – Un aumento della pressione arteriosa in tarda età sarebbe associato a un aumento di infarti cerebrali e grovigli neurofibrillari, tipici della malattia di Alzheimer. Sono i risultati di una ricerca pubblicata su Neurology da Zoe Arvanitakis, del Rush Alzheimer’s Disease Center…
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Malattie neurodegenerative: nessuna protezione dalla vitamina D
Vitamina D sì, vitamina D no. La teoria che associa la vitamina D ad una funzione protettiva del cervello rimane questione aperta. Secondo un nuovo studio condotto dall’Università australiana di Adelaide, pubblicato su Nutritional Neuroscience, sarebbe improbabile che la vitamina D possa salvaguardare da malattie…
LeggiAlzheimer: possibile correlazione con herpes virus
Dietro la comparsa della malattia di Alzheimer potrebbe esserci l’herpes virus. A suggerirlo è l’analisi post-mortem fatta sul cervello di quasi mille persone malate e sane, che ha mostrato la presenza di due ceppi dell’herpes virus umano in quantità doppia nei malati. A proporre…
LeggiAlzheimer: individuati due nuovi biomarker per valutare il decadimento cognitivo
(Reuters Health) – Individuati due nuovi biomarker che faciliterebbero la valutazione tramite PET del decadimento cognitivo lieve di tipo amnesico (aMCI) e dei grovigli neurofibrillari nel decadimento cognitivo vascolare subcorticale. A evidenziarli sono stati due gruppi di ricercatori, che hanno pubblicato due ricerche su…
LeggiAlzheimer: differenze tra uomini e donne in un fattore genetico
(Reuters Health) – Nella patofisiologia dell’Alzheimer ci sarebbero differenze tra uomini e donne. In particolare, i livelli di apoliproteina E epsilon4 sarebbero più fortemente associati a elevati livelli di tau nel liquido cerebrospinale delle donne piuttosto che in quello degli uomini. A evidenziarlo, su…
LeggiAlzheimer, nuova definizione basata sulla biologia
(Reuters Health) – Allo scopo di fornire ai ricercatori una definizione della malattia di Alzheimer basata su cambiamenti misurabili a livello cerebrale, diversi dalla demenza, l’Alzheimer’s Association e il National Institute of Aging americani hanno pubblicato nuove linee guida su Alzheimer’s & Dementia: The…
LeggiAlzheimer: ricercatori italiani individuano il meccanismo che blocca la memoria
La piccola regione cerebrale denominata area tegumentale ventrale gioca un ruolo cardine nella malattia di Alzheimer. La scoperta, tutta italiana, getta basi importanti per la comprensione di questa patologia e si arricchisce di valore se si pensa al fatto che è stata fatta, per…
LeggiRischio Alzheimer: la forma fisica fa la differenza
Una buona forma fisica preserva dal rischio di Alzheimer. Secondo un nuovo studio svedese le donne di mezza età che si mantengono in allenamento abbattono il rischio di sviluppare la malattia dal 25 al 90%. L’analisi della Gothenburg University, pubblicata sulla rivista americana Neurology, è…
LeggiAlzheimer, lo sport all’aria aperta migliora le funzioni cerebro-vascolari
(Reuters Health) – Una recente revisione degli studi condotti a riguardo – effettuata da ricercatori della Connecticut University – suggerisce che l’allenamento del cuore e del sistema vascolare può aiutare a rallentare il declino della funzione cognitiva cerebrale nei pazienti affetti da malattia di…
LeggiAlzheimer: depositi proteine amiloide e tau presenti anni prima dei sintomi cognitivi
(Reuters Health) – Nelle persone che soffrono della forma genetica dell’Alzheimer, che si sviluppa in giovane età e dipende da mutazioni che si trasmettono per via autosomica dominante, l’accumulo di proteine amiloide e tau sarebbe rilevabile anni prima dello sviluppo dei sintomi a livello…
LeggiAlzheimer: in futuro la diagnosi precoce si farà con un test del sangue
Predire il rischio di Alzheimer con un semplice prelievo del sangue. Questa la speranza a seguito di uno studio, pubblicato su Nature, condotto da Katsuhiko Yanagisawa del National Center for Geriatrics and Gerontology presso Obu, in Giappone, che ha individuato nel plasma sostanze che indicano se e…
LeggiAlzheimer: insonnia e troppi riposini diurni influiscono sull’insorgenza
Campanelli d’allarme per l’Alzheimer potrebbero essere l’insonnia e i troppi riposini diurni. Se, infatti, vengono alterati i ritmi di sonno/veglia e quindi il ritmo circadiano, questa malattia neurodegenerativa potrebbe avere la strada spianata. La scoperta potrebbe quindi consentire di predire molto precocemente la comparsa di…
LeggiAlzheimer: proteina beta-amiloide associata a “segnali” ansioso-depressivi
(Reuters Health) – Negli anziani cognitivamente normali, una maggiore concentrazione di proteina beta-amiloide nel cervello sembra associata ad un aumento dei sintomi di ansioso-depressivi nell’arco di cinque anni. E’ quanto emerge da uno studio pubblicato dall’American Journal of Psychiatry. Questi risultati supportano la teoria secondo…
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