
In Italia, il fumo determina, secondo le stime, tra 70.000 e 83.000 decessi l’anno e oltre il 25% di questi è compreso tra i 35 ed i 65 anni di età, ed i fumatori sono circa 10,3 milioni (di cui 6,2 mln uomini e 4,1 mln donne). In Europa, invece, il fumo uccide ogni anno circa 700.000 persone, equivalenti alla popolazione della città di Francoforte.
Ed ancora: 19.000 europei non fumatori muoiono annualmente per effetto dell’esposizione al fumo passivo. Secondo gli ultimi dati Istat, nel nostro Paese l’allarme tabagismo riguarda soprattutto i giovani: tra gli uomini, infatti, fumano di più i giovani adulti tra i 25 e i 34 anni, con una percentuale del 26,4%; tra le donne, invece, fumano di più le giovani tra i 20 e i 24 anni, con una percentuale del 20,5%.
Ma il fumo è un fenomeno molto diffuso anche tra gli studenti delle scuole superiori: il 23,4% degli studenti intervistati, secondo una recente ricerca, fuma sigarette (erano il 20,7% nel 2010) e il 7,6% lo fa ogni giorno. Uno scenario dinanzi al quale l’Oms ha assunto una posizione chiara, richiamata dal ministro e dall’Aiom: attuare una convinta politica di controllo “anche attraverso le tasse sul tabacco e l’aumento del prezzo delle sigarette”, ha affermato l’Oms nel recente Rapporto, può far risparmiare agli Stati “miliardi di dollari e salvare milioni di vite”.
Se non controllata, “l’industria del tabacco e l’impatto mortale dei suoi prodotti – avverte l’Oms – costano alle economie del mondo più di mille miliardi di dollari annualmente in spese sanitarie e perdita di produttività”. Circa il 30% di tutti i tumori, avverte l’Aiom, è correlato al consumo di tabacco, che e’ anche il principale responsabile del cancro al polmone. Si calcola che i fumatori muoiano mediamente 8 anni prima.
