
La scoperta
”Sulla Terra, le dune del deserto sono periodicamente inondate dall’acqua in aree con falde sotterranee, dove laghi, fiumi e coste si trovano vicino. Questi flussi periodici si lasciano dietro dei segni, della striature arcuate”, spiega Bourke. In uno studio fatto nel deserto della Namibia, i ricercatori avevano notato queste striature in superficie tra le dune di sabbia che si spostano, composte dai sedimenti delle dune e ‘cementate’ dai sali lasciati dall’evaporazione delle falde sotterranee.
Quando hanno ritrovato anche su Marte lo stesso schema, i ricercatori hanno così pensato alla presenza di acqua in un’epoca più recente. ”Su Marte striature simili sulla superficie tra le dune indicano la fluttuazione di acqua sotterranea salata, quando le dune si spostavano nella valle”, continua. ”Ormai ci sono sempre più evidenze che Marte ha avuto acqua anche in un passato più recente”, commenta Gian Gabriele Ori, professore di Geologia dell’Università D’Annunzio di Chieti.
Questi dati sulla presenza di acqua nel passato più recente di Marte non sembrano combaciare con alcuni modelli teorici del clima marziano, e la recente scoperta in un cratere marziano di pochissimi minerali carbonati è segno che l’atmosfera primitiva di Marte aveva un livello di anidride carbonica troppo basso per garantire una temperatura compatibile con acqua liquida in superficie. Ma a tale proposito, Ori spiega che ”questi ultimi dati si riferiscono ad un solo punto di Marte, non a tutto il pianeta. I modelli inoltre non sempre riescono a spiegare tutto, perché si basano su molte variabili, di cui non si ha il profilo”.
