
“Il nostro scopo era studiare l’associazione tra variabili cliniche in pazienti con parodontite aggressiva o cronica e specifici tratti psicologici, in particolare depressione, stress, personalitĂ di tipo A (che comprende persone aggressive, molto ambiziose e competitive, iper-organizzate e molto prese dalla gestione ottimale del tempo) e il cosiddetto ‘luogo di controllo’ (ossia quanto forte è la percezione di un individuo di avere controllo degli eventi e quanto invece essi dipendono da fattori esterni). L’idea era trovare pazienti piĂą o meno a rischio di grave parodontite a seconda che presentassero o meno questi aspetti psicologici”.
Gli esperti hanno sottoposto 71 pazienti a test psicologici e poi hanno misurato alcuni parametri che indicano la gravità della parodontite, ad esempio la profondità delle tasche e la perdita di attaccamento dei denti. Da qui è emerso che una perdita di attaccamento superiore a 5 millimetri è associata a vulnerabilità emotiva e a stress e depressione, specie nei pazienti con personalità di tipo A. Restano da capire i meccanismi in atto, conclude Jungo, ma vari studi hanno collegato in passato disturbi depressivi e altri disagi mentali a uno stato infiammatorio sistemico alterato come è anche nel caso della parodontite.
“Si tratta di un dato importante – sottolinea Filippo Graziani, ordinario di malattie Odontostomatologiche all’UniversitĂ di Pisa e presidente eletto della Federazione Europea di Parodontologia – che tuttavia non deve sorprendere. Infatti, in primis la parodontite ed alcuni quadri psicologici importanti quali lo stress sono fortemente legati”. Inoltre, la parodontite è associata a un livello inferiore di qualitĂ di vita, come dimostrato in diversi studi. “I pazienti con parodontite, infatti, vivono il loro contesto sociale con numerose problematiche collegate ai sintomi e alle insicurezze che la malattia provoca”, anche per motivi estetici, conclude l’esperto.
