
Lo studio
Per verificare se i pazienti che continuano a prendere statine – inclusi quelli che passano ad un altro tipo o a una dose inferiore – ottengano risultati migliori di quelli che smettono la terapia, i ricercatori hanno analizzato i dati del Massachusetts General Hospital e del Brigham and Women Hospital nel periodo compreso tra il 2000 e il 2011. Durante questo periodo più di 200.000 adulti sono stati trattati con statine. Quasi 45.000 di essi hanno riportato un effetto collaterale che pensavano fosse legato al farmaco. Il team di ricerca si è concentrato su 28.266 del gruppo dei 45.000 pazienti che hanno manifestato presunti effetti collaterali. La maggior parte di essi – 19.989 individui – ha continuato ad assumere comunque le statine e il 44% ha proseguito con lo stesso tipo di farmaco. Circa quattro anni dopo la segnalazione degli effetti collaterali, 3.677 pazienti erano morti o avevano subito un attacco cardiaco o un ictus. Il 12,2% di essi aveva continuato la terapia nonostante gli effetti avversi, mentre il 13,9% di questi aveva interrotto il trattamento proprio a causa degli effetti collaterali. Nel complesso i ricercatori hanno scoperto che le persone che avevano smesso di assumere le statine dopo un possibile effetto collaterale avevano una probabilità di morire, di avere un infarto o un ictus maggiore del 13% rispetto a coloro che continuavano a prendere la medicina.
I commenti
“I nuovi risultati si aggiungono a quelli di studi precedenti che dimostrano come le persone traggano benefici quando continuano a prendere le statine”, dice Robert Rosenson, professore di cardiologia presso l’Icahn School of Medicine at Mount Sinai in New York City. Rosenson, non coinvolto nel nuovo studio, afferma che i pazienti dovrebbero essere incoraggiati a raccontare ai loro medici i possibili effetti collaterali delle statine e dovrebbero comprendere che ci potrebbero essere altre opzioni, tra cui una dose più bassa o un farmaco diverso.
Fonte: Ann Intern Med 2017
Andrew M. Seaman
(Versione italiana Quotidiano Sanità/Popular Science)
