
I risultati hanno evidenziato che molti medicinali degli astronauti non si discostavano molto da quelli di adulti sani sulla Terra e il loro uso era in particolar modo simile a quello degli equipaggi dei sottomarini, anch’essi spesso ‘costretti’ in un ambiente chiuso per un lungo periodo di tempo. Dall’esame è emerso, come ci si potrebbe forse attendere che molti dei medicinali sono relativi all’ambiente inusuale e ‘confinato’ della microgravità nel quale gli astronauti lavorano o al lavoro stesso richiesto per portare a termine la missione, ma il report mostra anche l’uso di medicinali che favoriscono il sonno e l’incidenza di eruzioni cutanee superiori alle attese.
“Speriamo che questo studio contribuirà a dare un aiuto alla Nasa per prepararsi alle esigenze mediche degli astronauti in missioni spaziali di lunga durata-spiega Virgini Wotring, ricercatrice presso la Division of Space Life Sciences della Universities Space Research Association di Houston,Texas- sapere quali farmaci mettere in valigia è soprattutto importante prima di avviare una missione esplorativa che può durare magari tre anni”. Wotring ha esaminato le cartelle cliniche di membri dell’equipaggio della ISS, che hanno dato il permesso, i motivi per cui venivano utilizzati e l’efficacia percepita.
