Sclerosi multipla, standard per la diagnosi negli adulti non adatti a casi pediatrici

Solo negli Stati Uniti circa 1 milione di persone convivano con la sclerosi multipla e che circa 4.000 abbiano meno di 18 anni, stima la MS International Federation, rete globale di associazioni per la SM. E secondo uno studio della Rutgers University, i criteri utilizzati dai neurologi per valutare la malattia negli adulti potrebbero non essere adatti alla diagnosi nei bambini con immagini radiologiche sospette: una situazione che potrebbe ritardare il trattamento della malattia nelle sue fasi iniziali, segnalano gli esperti sulla rivista Multiple Sclerosis and Related Disorders

La risonanza magnetica (RM) è lo strumento principale utilizzato per la diagnosi della SM e i medici hanno applicato diversi standard nel corso degli anni per classificare i soggetti con maggiore probabilità di sviluppare la malattia. Lo standard più recente, noto come criteri di McDonald, è stato aggiornato l’ultima volta nel 2017. In alcuni casi, le immagini sospette per SM vengono trovate incidentalmente prima che la malattia si manifesti, una condizione nota come sindrome radiologicamente isolata (RIS). Ma dopo aver esaminato le risonanze magnetiche di bambini con RIS, i ricercatori hanno stabilito che questi criteri sono probabilmente insufficienti per i pazienti pediatrici.

“Nel nostro studio, non tutti i pazienti soddisfacevano i criteri di McDonald o Barkhof, gli attuali standard per la diagnosi di RIS negli adulti, eppure alcuni hanno continuato a sviluppare la SM”, ha dichiarato Vikram Bhise, direttore di Neurologia infantile e disabilità dello sviluppo presso la Rutgers Robert Wood Johnson Medical School e autore principale dello studio. “Questo suggerisce che i criteri utilizzati per caratterizzare la RIS negli adulti potrebbero essere insufficienti per la popolazione più giovane”.

Per determinare se i bambini con risultati di risonanza magnetica anormali avrebbero sviluppato i sintomi associati alla SM e per capire come gli strumenti diagnostici utilizzati per gli adulti si applicano ai bambini, i ricercatori hanno esaminato le immagini di risonanza magnetica di bambini in cui si sospettava una demielinizzazione, ovvero un danno alla guaina mielinica protettiva che circonda le fibre nervose nel cervello. Quando la guaina mielinica è danneggiata, gli impulsi nervosi rallentano o addirittura si fermano, causando problemi neurologici. Questi danni appaiono come lesioni – macchie bianche o grigie – sulla risonanza magnetica. Le cause dei risultati anomali della risonanza magnetica sono comunque molteplici; la maggior parte non rappresenta una demielinizzazione. Anche se non tutti i pazienti con reperti di risonanza magnetica tipici della demielinizzazione sviluppano la SM, un numero consistente di essi lo fa.

I partecipanti allo studio sono stati identificati attraverso la rete statunitense dei centri di sclerosi multipla pediatrica e i database della Rutgers Robert Wood Johnson Medical School. I pazienti avevano un’età compresa tra i 7,6 e i 17,8 anni e tutti presentavano risultati di risonanza magnetica che mostravano demielinizzazione. Nessuno dei bambini dello studio presentava sintomi fisici o neurologici comuni alla SM, come l’offuscamento o la perdita della vista, le vertigini, l’intorpidimento o la debolezza di una o entrambe le gambe, al momento della risonanza magnetica iniziale. Anche se il database non registrava il motivo per cui i partecipanti erano stati sottoposti al test, gli autori hanno segnalato che il mal di testa era il motivo più comune. Dopo la revisione iniziale dei dati di risonanza magnetica, i dati dei pazienti sono stati valutati per una durata media di 3,7 anni per misurare lo sviluppo di un primo attacco di SM o di nuove lesioni. Dei 38 pazienti inclusi nello studio, 14 su 35 (40%) hanno avuto un nuovo attacco clinico e 27 su 37 (73%) hanno presentato nuove lesioni alla risonanza magnetica durante il periodo di revisione.

Quando i ricercatori hanno applicato le attuali misure diagnostiche per la SM alla coorte, hanno scoperto che molti pazienti avevano comunque sviluppato la SM anche se non soddisfacevano i criteri di McDonald o Barkhof. “Individuare precocemente la SM può aiutare il medico a eliminare tutta una serie di problemi futuri per i suoi pazienti”, ha detto Bhise. “Ma questo può avvenire solo con strumenti diagnostici accurati”.

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