(Reuters Health) – Secondo alcuni ricercatori dell’Unversità di Toronto, l’inerzia terapeutica è comune tra i neurologi che trattano i pazienti con sclerosi multipla.
“Per inerzia terapeutica intendiamo il mancato avvio o la mancata intensificazione di un trattamento quando gli obiettivi terapeutici non vengono soddisfatti”, dice Gustavo Saposnik, autore principale dello studio. “Si tratta di un concetto sviluppato per spiegare lo ‘status quo’ dei medici nella gestione dei pazienti con patologie croniche e conduce a esiti negativi per i pazienti – maggior numero di recidive, disabilità e burden legato alla malattia – e a una cura non ottimale della Sclerosi Mulipla”.
“L’inerzia terapeutica è un fenomeno globale”, aggiunge l’autore. “Come mostrato nel nostro studio, può interessare medici di diversi Paesi e ricadere su formazione medica, contesti della pratica clinica e sistemi sanitari”.
Lo studio
Saposnik e colleghi hanno esaminato l’inerzia terapeutica tra i neurologi presso centri comunitari e accademici in Canada, Argentina, Cile e Spagna.
Ai partecipanti sono stati esposti dieci scenari di casi di Sclerosi Multipla, otto dei quali richiedevano un’intensificazione della terapia. I risultati sono stati utilizzati per valutare l’avversione all’ambiguità e la tolleranza nei confronti dell’incertezza.
Come riportato online il 17 luglio da JAMA Network Open, sono stati invitati a partecipare 300 neurologi, 226 dei quali (il 75,3%) hanno aderito e 195 (l’86,3%) hanno completato lo studio: 55 in Canada, 90 in Argentina, 25 in Cile e 25 in Spagna. L’età media dei neurologi era di 43 anni e il 52% era di sesso maschile.
I risultati
È stata riscontrata inerzia terapeutica nel 72,8% dei partecipanti, con decisioni subottimali nel 20,4% degli scenari valutati. La prevalenza era minima nel gruppo canadese: 60% versus 77,9% negli altri Paesi.
Per calcolare un punteggio relativo all’inerzia terapeutica è stato diviso il numero degli scenari di casi in cui i partecipanti mostravano questo atteggiamento per 8 (il numero degli scenari di casi che valutavano l’inerzia terapeutica).
Su una scala da 0 a 8, i punteggi sono stati significativamente più bassi nel gruppo canadese (media 0,98%) rispetto a quelli delle altre nazioni: media di 1,70 per l’Argentina, 2,24 per il Cile e 2,56 per la Spagna. Ulteriori analisi hanno mostrato che i partecipanti provenienti da Argentina, Cile e Spagna combinati presentavano punteggi di inerzia terapeutica più elevati rispetto alle controparti canadesi.
Nel complesso, i fattori associati a una probabilità inferiore di inerzia terapeutica includevano un numero più elevato di pazienti con Sclerosi Multipla osservati a settimana (OR, 0,44), anni di pratica (OR, 0,93) e partecipazione dal Canada (OR, 0,47).
I commenti
“I fattori che conducono a inerzia terapeutica possono essere ricondotti alla formazione limitata dei medici nella gestione del rischio e a un’educazione formale alla presa di decisioni, nonché a fatica a prendere decisioni”, osserva Saposnik.
Il suo team ha sviluppato e testato un intervento formativo applicando un sistema “semaforico” che ha ridotto l’inerzia terapeutica nei neurologi partecipanti del 70% rispetto ai controlli.
Fonte: JAMA Network Open 2019
Marilynn Larkin
(Versione Italiana Quotidiano Sanità/Popular Science)