
I ricercatori hanno poi esplorato l’ambiente molecolare in cui interagiscono i geni nelle cellule cerebrali, cioè le reti di co-espressione genica che cambiano con il passare del tempo. E hanno osservato che i geni a rischio di schizofrenia modificano la loro relazione con i geni partner man mano che il cervello matura, raggiungendo un’associazione stabile nel cervello adulto. Questi risultati potrebbero spiegare perché i sintomi cambiano nel tempo anche se i geni di rischio non cambiano. La presenza costante di questi ‘geni partner’ – secondo lo studio – suggerisce che essi forniscano l’ambiente molecolare necessario ai geni di rischio per far sì che le cellule si comportino in un modo che porta alla malattia.
“Quando pensiamo al nostro ambiente ci vengono in mente parole come dieta, stress, stile di vita e inquinamento – si legge nella nota di UniBa – tuttavia le cellule non sono consapevoli dell’equilibrio tra lavoro e vita privata, della dieta o dell’inquinamento, ma ne vengono a conoscenza attraverso i cambiamenti nel loro ambiente molecolare prodotti dai geni che rispondono a questi fattori”.
