
Dalle informazioni raccolte, si legge su Epicentro, il portale del centro nazionale di epidemiologia, sorveglianza e promozione della salute dell’Iss, “emerge con forza la scarsa consapevolezza, fra le donne in etĂ fertile, del problema legato all’infezione in gravidanza.
Le donne a rischio
La quota di donne certamente suscettibili alla rosolia (perchĂ© non vaccinate e con rubeotest negativo) può sembrare relativamente contenuta (quasi il 2%), tuttavia una quota piuttosto alta, piĂą di una donna su tre (37%), non è a conoscenza del proprio stato immunitario nei confronti della rosolia”.
La percentuale di donne non consapevoli del proprio stato immunitario varia molto tra le diverse regioni, con percentuali che vanno dal 62% della Calabria al 28% del Veneto. Per quanto riguarda la copertura vaccinale, il 41% delle donne dichiara di essere stata vaccinata contro la rosolia ma anche per quest’indicatore i valori vanno dal 21% della Valle d’Aosta o il 27% della Calabria al 65% del Veneto.
Si conferma che la percentuale di donne vaccinate è maggiore tra le piĂą giovani: è massima (57%) nella classe di etĂ 18-24 (grazie all’offerta della vaccinazione nell’adolescenza prevista dal Piano di eliminazione della malattia), mentre nelle generazioni successive diminuisce gradualmente (44% tra le 25-34enni e 34% tra le 35-49enni). A vaccinarsi sono piĂą di frequente le donne con alto livello di istruzione (43%), senza difficoltĂ economiche (45%) e con cittadinanza italiana (41%, contro il 24% fra le donne straniere).
