Rivascolarizzazione del miocardio: le nuove linee guida europee

(Reuters Health) – Strumenti diagnostici, gestione, informazioni al paziente e rivascolarizzazione: sono questi i punti principali della revisione delle linee guida su rivascolarizzazione del miocardio messe a punto dall’European Society of Cardiology (ESC) e dall’European Association for Cardio-Thoracic Surgery (EACTS). Le nuove raccomandazioni sono state pubblicate online dall’European Heart Journal, in coincidenza con una presentazione al congresso annuale dell’ESC che si è svolto a Monaco.

Le considerazioni
Secondo gli esperti, l’intervento coronarico percutaneo dovrebbe essere fatto attraverso la via radiale e i pazienti dovrebbero ricevere stent a rilascio di farmaci. Inoltre, il panel invita a calcolare il Syntax Score, soprattutto se viene eseguita una rivascolarizzazione su più vasi. Dopo la rivascolarizzazione del miocardio, gli esperti consigliano di condurre una rivalutazione sistemica dei pazienti, mentre secondo i principi della malattia coronarica (CAD) stabile, la rivascolarizzazione dovrebbe essere eseguita nei pazienti con sindrome coronarica acuta stabilizzata (ACS) senza elevazione del tratto ST. Infine, nei pazienti con malattia coronarica, insufficienza cardiaca e frazione di eiezione ventricolare sinistra del 35% o inferiore, sarebbe da preferire il bypass con innesto dell’arteria coronarica e in alternativa l’intervento coronarico percutaneo.

Dopo la rivascolarizzazione
Per quel che riguarda il trattamento dopo rivascolarizzazione, dopo l’intervento percutaneo e con CAD stabile, il paziente dovrebbe assumere, per sei mesi, una duplice terapia antipiastrinica, mentre in caso di ACS la terapia dovrebbe durare 12 mesi, anche se il tipo e la durata devono essere personalizzati in base ai rischi ischemici e di sanguinamento di ciascun paziente. Nelle nuove linee guida ci sono anche altre raccomandazioni, supportate però da meno evidenze-
“I pazienti devono essere informati delle diverse terapie prima di subire un’angiografia coronarica e in seguito, la scelta migliore del trattamento dovrebbe essere fatta da un team multidisciplinare”, dice Miguel Sousa-Uva dell’Hospital Santa Cruz di Carnaxide, in Portogallo, e presidente EACTS.

Fonte: European Heart Journal
Will Boggs
(Versione italiana Quotidiano Sanità/Popular Science)

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