Rischio di emorragia intracerebrale con colesterolo LDL molto basso

(Reuters Health) – Livelli molto bassi di colesterolo legato alle lipoproteine a bassa densità (LDL) si associano a un aumento del rischio di emorragia intracerebrale (ICH).
L’evidenza emerge dai risultati di uno studio condotta nella comunità Kailuan in Cina.

Lo studio
Xiang Gao, della Pennsylvania State University di University Park si è servito di dati relativi a oltre 96.000 partecipanti adulti.

Durante nove anni di follow-up, si sono verificati 753 casi di emorragia intracerebrale.
Il rischio di emorragia non differiva significativamente tra i partecipanti con concentrazioni di colesterolo LDL pari a 70-90 mg/dl e quelli con concentrazioni superiori a 100 mg/dl.

Al contrario, il rischio di emorragia intracerebrale era del 65% più elevato per i soggetti con concentrazioni di colesterolo LDL comprese tra 50-69 mg/dl , e 2,69 volte più elevato per quelli con concentrazioni al di sotto dei 50 mg/dl, rispetto ai partecipanti con concentrazioni di 70-90 mg/dl.

L’associazione tra un basso livello di colesterolo LDL e l’aumento del rischio di emorragia intracerebrale è diventato significativo al di sotto di un valore soglia del colesterolo LDL di 75,7 mg/dl.

L’associazione tra concentrazioni di colesterolo LDL e rischio di emorragia intracerebrale non risultava significativamente influenzata da età, sesso, ipertensione, pressione diastolica, indice di massa corporea o consumo di alcolici.

Anche le concentrazioni di colesterolo totale inferiori a 120 mg/dl si associavano a un significativo rischio superiore di 2,24 volte di emorragia intracerebrale, rispetto a quelle pari a 120/199 mg/dl, ma non è emersa alcuna correlazione significativa tra concentrazioni di colesterolo HDL o trigliceridi e rischio di ICH.

“Questi dati possono contribuire a determinare il range di LDL ideale nei pazienti esposti a un rischio aumentato di malattia aterosclerotica e ictus emorragico e guidare la pianificazione di futuri studi sulla riduzione dei lipidi”, concludono i ricercatori.

Fonte: Neurology 2019
Will Boggs
(Versione Italiana Quotidiano Sanità/Popular Science)

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