Rischi alimentari in aumento in Europa e Asia centrale. L’allarme dalle Nazioni Unite

Sicurezza alimentare a rischio in Europa e Asia centrale, dove la pandemia Covid-19 tuttora in corso, la guerra in Ucraina, con i prezzi dei generi alimentari saliti alle stelle, stanno mettendo in pericolo il diritto a un’alimentazione sana. E’ questo il messaggio contenuto nel rapporto ‘Rassegna regionale della sicurezza alimentare e della nutrizione in Europa e Asia centrale 2022”, frutto di una collaborazione tra l’Organizzazione delle Nazioni Unite per l’alimentazione e l’agricoltura (FAO), il Fondo internazionale per lo sviluppo agricolo (IFAD), il Fondo delle Nazioni Unite per l’infanzia (UNICEF), il Programma delle Nazioni Unite per lo sviluppo (PNUS), la Commissione economica per l’Europa delle Nazioni Unite (UNECE), il Programma alimentare mondiale (PAM), l’Organizzazione mondiale della sanità (OMS) e l’Organizzazione meteorologica mondiale (OMM).

Il rapporto contiene informazioni e analisi aggiornate sulle tendenze a livello regionale e sui progressi compiuti verso il conseguimento dell’Obiettivo di sviluppo sostenibile (OSS) “Fame zero”. Riporta, inoltre, studi sulla definizione di quadri strategici che consentano di favorire l’accesso a un’alimentazione sana e di rendere i sistemi agroalimentari più sostenibili dal punto di vista ambientale nella regione di Europa e Asia centrale.

I dati
Stando al documento, dopo un brusco rialzo nel 2020, la prevalenza regionale dell’insicurezza alimentare moderata o grave è tornata a salire nel 2021. Dall’11,3% nel 2020 si è passati al 12,4% nel 2021, interessando 116,3 milioni di persone con un aumento, solo per l’insicurezza alimentare grave, di oltre 13 milioni dal 2019 al 2021. Questi dati riflettono un deterioramento della situazione per le persone che si trovano in gravi difficoltà a causa della pandemia Covid-19. Il numero delle persone vittime dell’insicurezza alimentare grave, ossia che non hanno regolarmente accesso a una quantità sufficiente di cibo nutriente, ha subito un’accelerata, aumentando di oltre 13 milioni dal 2019 al 2021.

Il dato positivo è che, in queste due regioni, i ritardi della crescita (un basso rapporto tra età e altezza) e il deperimento (causato da un apporto insufficiente di nutrienti all’organismo) interessano, rispettivamente, il 7,3% e l’1,9% dei bambini di età inferiore ai 5 anni, mentre, nel resto del mondo, tali condizioni colpiscono un numero di bambini tre volte maggiore. L’insicurezza alimentare moderata o grave in queste due regioni, sottolinea il rapporto, versa infatti in condizioni migliori rispetto ad altre aree del mondo, benché siano necessari miglioramenti per evitare battute d’arresto. A causa del rialzo dei prezzi dei prodotti alimentari, il costo di un’alimentazione sana è aumentato in quasi tutti i paesi dell’Europa e dell’Asia centrale. Nonostante ciò, ad eccezione di alcuni paesi, la maggior parte della popolazione della regione (circa il 96,4%) ha potuto permettersi un’alimentazione sana, rispetto alla media del 58% della popolazione mondiale nel 2020.

Una visione olistica
Come evidenzia il rapporto, occorre rimodulare le politiche alimentari e agricole, in modo da renderle più adatte ad affrontare la “triplice sfida” a cui sono attualmente esposti i sistemi agroalimentari: potenziare l’accesso a un’alimentazione sana, garantire mezzi di sostentamento migliori agli agricoltori e promuovere la sostenibilità ambientale. Nel definire il quadro per lo sviluppo di sistemi agroalimentari più sani, sostenibili, equi ed efficienti, non sarà, tuttavia, sufficiente limitarsi alle politiche agricole. Per avere azioni di rimodulazione degli obiettivi capaci di incidere nella regione, occorrerà, invece, ampliare lo spettro, fino a includere anche politiche complementari nel campo della sanità, della protezione sociale, del commercio e dell’ambiente.

Soprattutto per quanto concerne la sostenibilità ambientale e una maggiore riduzione delle emissioni di gas a effetto serra, i responsabili delle decisioni dovranno pensare in maniera olistica e facilitare l’applicazione di tecnologie e pratiche basate sulla scienza, climaticamente intelligenti ed efficienti dal punto di vista energetico lungo tutta la filiera agroalimentare.

L’auspicio delle otto organizzazioni promotrici del documento è che “il rapporto fornisca conoscenze e riscontri preziosi e contribuisca a individuare alternative per un dialogo consapevole e un’azione concertata da parte di tutti i partner, in un contesto di piena collaborazione, tesa ad accelerare i progressi verso l’obiettivo della fame zero e dell’accesso a un’alimentazione sana in Europa e Asia centrale”.

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