
La ricerca
Analizzando la risposta immunitaria dei topi hanno studiato come le cellule immunitarie si comportano prima della terapia, dopo la sua fine quando sembra aver funzionato, e una volta che il tumore è ricomparso. Normalmente funzionano rilasciando dei segnali che scatenano un’infiammazione in risposta a un trauma o un’infezione che, in alcune circostanze, può aiutare il sistema immunitario a uccidere le cellule tumorali.
Ma, come hanno osservato nello studio, questi segnali vengono ‘manomessi’ dalle cellule tumorali scampate alla terapia, e ‘dirottati’ a loro vantaggio per crescere durante la recidiva. L’immunoterapia che attacca in modo specifico questa risposta può quindi, secondo i ricercatori, ritardare o prevenire la ricomparsa del tumore, ed essere quindi l’approccio efficace nei pazienti a rischio di recidiva.
“C’è ancora molto da scoprire sulla natura delle cellule tumorali che rimangono dormienti, per resistere all’impatto della terapia – commenta Kevin Harrington, coautore dello studio – Devono esserci dei cambiamenti che le rendono capaci di manipolare il sistema immunitario. Capirli può aprire la strada a nuove terapie anti-recidiva”.
