
La scoperta
Finora, trovare un’arma capace di combattere il raffreddore non è stato facile perchĂ© il virus ha moltissime varianti e si evolve molto rapidamente. “La scoperta è nata davanti ad un caffè: io sono biochimico e lavoro su virus e infezioni delle vie respiratorie e Tate è un chimico; lui lavorava sull’enzima e io sul virus”. Tate stava lavorando ad un enzima che blocca l’azione del vettore della malaria, il plasmodio, e Solari ha deciso di sperimentarlo contro il virus del raffreddore.
Il bersaglio non è stato direttamente il virus, ma la proteina, chiamata Nmt (N-miristoriltransferasi), che il virus utilizza per costruirsi lo scudo (capside) con cui protegge il suo materiale genetico quando invade la cellula. Si è visto così che la molecola “è molto efficace per bloccare la proliferazione del virus”. E’ un risultato importante, ha rilevato Solari, perchĂ© “attualmente non esistono trattamenti contro il virus del raffreddore e questa e’ la prima molecola capace di contrastarlo”.
Dopo i test sulle cellule, la prossima tappa, ha proseguito, sarĂ “la sperimentazione su modelli animali”. Se il composto risulterĂ efficace sui topi, bisognerĂ dimostrare che è sicuro. “Quindi si potrĂ passare ai primi test sugli umani, ma ci vorranno molti anni”, ha aggiunto. “Per i giovani e per chi è in buona salute, il raffreddore non è certamente gradevole, ma non c’è rischio di vita. E’ invece diverso il caso di chi soffre di asma, enfisema, bronchiti o fibrosi cistica: in questi casi – ha osservato Solari – anche un banale raffreddore può provocare gravi conseguenze, che potrebbero portare anche al ricovero in ospedale”. La molecola, indicata con la sigla Imp-1088, funziona inoltre contro altri virus, ‘parenti’ di quello del raffreddore, come quello della poliomielite e dell’afta epizootica.
