
Valenta, che ha oltre 200 pubblicazioni sull’argomento, ha spiegato in un’intervista all’Indipendent che il sistema immunitario non riesce a combattere i rinovirus, i principali responsabili del raffreddore, perché si concentra sul centro del virus, che è passibile di mutazioni. Al contrario il vaccino messo a punto ha come obiettivo il guscio protettivo del microrganismo, che si ancora alle mucose della bocca, del naso e della gola e nello stomaco favorendo l’aggressione, e che non varia tra i diversi ceppi.
“Abbiamo preso alcuni frammenti del guscio – spiega Valenta -attaccandoli ad una proteina di trasporto. E’ un principio molto vecchio, ‘riprogrammare’ la risposta immunitaria sull’obiettivo giusto”. La ricerca, spiega Valenta, è in fase avanzata. “Con la prima proteina che abbiamo costruito abbiamo una inibizione molto buona della malattia – afferma – siamo convinti di essere sulla buona strada. Se riusciremo ad avere i fondi per i test clinici possiamo metterlo a punto in sei-otto anni”.
