
Lo studio
“Dopo oltre 10 anni di studi sostenuti dall’Associazione Italiana per la Ricerca sul Cancro (Airc), siamo riusciti a ideare queste piccole molecole che hanno la capacitĂ di colpire selettivamente due bersagli distinti ma funzionalmente collegati e vicini nello spazio”, racconta Andrea Mattevi, docente di biologia molecolare all’UniversitĂ di Pavia.
“E’ stata una bella prova di creativitĂ chimica: basti pensare che siamo partiti da una molecola che veniva usata contro depressione e Parkinson”. Stravolgendo la sua struttura, i ricercatori hanno ottenuto delle molecole capaci di agire contemporaneamente su due bersagli: gli enzimi istone-deacetilasi e istone-demetilasi, autori di modificazioni chimiche che alterano la struttura 3D del Dna cambiando l’accensione e lo spegnimento dei geni.
“Queste modificazioni chimiche, dette epigenetiche, sono cruciali per determinare l’identitĂ della cellula”, spiega Mattevi. “La cellula tumorale è una cellula impazzita e noi sfruttiamo la sua crisi di identitĂ per colpirla: o la resettiamo, facendola tornare come era in origine, oppure la induciamo al suicidio”.
E’ ancora presto per parlare di applicazioni sull’uomo, sottolinea Mattevi. “Per ora abbiamo ottenuto una prova di principio: le molecole sono selettive, non colpiscono le cellule sane e possono essere usate a dosaggi relativamente bassi. Speriamo che presto possano diventare dei veri e propri farmaci”.
