
Il sondaggio
Partendo da questi presupposti Suharlim e colleghi hanno deciso di verificare l’impatto di Pokemon Go sull’attività fisica. Allo scopo i ricercatori hanno reclutato 1.182 giovani adulti negli Stati Uniti per partecipare a un sondaggio online. Si è così evidenziato che quasi la metà dei partecipanti aveva raggiunto almeno il livello 5 in Pokemon Go, il che significa che avevano giocato per almeno circa due ore sbloccando alcuni ‘bonus’ che conferiscono al giocatore dei vantaggi importanti. Gli altri partecipanti inclusi nello studio, invece, non hanno giocato, e questo ha permesso ai ricercatori di tenere conto di fattori, come il tempo che potrebbe influire sul livello soggettivo di attività fisica praticata. Va precisato che tutti i partecipanti avevano dispositivi mobili – iPhone 6 – che automaticamente seguivano i loro passi. Katherine Howe, un altro degli autori principali dello studio ha precisato che chiedendo ai giocatori di caricare il numero dei passi, prima e dopo l’installazione del gioco, si è potuto ottenere una vera e propria ‘fotografia’ delle modificazioni dell’attività fisica.
I risultati
Si è evidenziato che complessivamente i giocatori di Pokemon Go avevano camminato con una media di 4.256 passi al giorno durante il mese prima di installare il gioco. E la media è aumentata di 955 passi al giorno nella prima settimana dopo l’installazione: circa 11 minuti in più di cammino ogni giorno. Per la precisione, sottolineano gli autori, i passi aggiunti sarebbero pari a circa la metà di quelli consigliati dalla Organizzazione Mondiale della Sanità che raccomanda almeno 150 minuti di cammino alla settimana. Purtroppo, però, i ricercatori hanno dovuto constatare che l’aumento iniziale diminuiva progressivamente ogni settimana, e dopo sei settimane, la conta dei passi dei giocatori è ritornata ai livelli pre-partita.”Lo studio non è in grado di spiegare il motivo per cui l’aumento dei passi sia scomparso nel corso del tempo – precisa Suharlim – ma forse i giocatori potrebbero aver perso interesse al gioco o vi sono stati inconvenienti, come per esempio un server crash che ha impedito di continuare a giocare”. Secondo Suharlim potrebbe essere interessante studiare se vi sono state differenze in termini di benessere fisico e mentale in chi ha continuato e in chi ha invece smesso di giocare. Inoltre – come ha concluso – potrebbe essere interessante valutare non solo i potenziali benefici dell’attività fisica, ma anche quelli dell’aumento del tempo trascorso all’aria aperta; senza trascurare eventuali danni causati dall’aumento del rischio di incidenti.
Fonte: BMJ 2016
Andrew M. Seaman
(Versione Italiana Quotidiano Sanità/Popular Science)
