E’ simile al polietilene tereftalato delle bottiglie dell’acqua, ma è ecologica; è la plastica biologica ottenuta dalla corazza dei granchi e dalle fibre degli alberi. Il nuovo materiale, descritto sulla rivista ACS Sustainable Chemistry & Engineering, si deve ai ricercatori dell’americano Georgia Institute of Technology.
Il procedimento
I ricercatori paragonano la pellicola, spiega uno degli autori, James Carson Meredith, a quelle in Pet (polietilene tereftalato), che è un materiale plastico a base di petrolio usato anche per le bottiglie trasparenti.
Sono anni che si cercano alternative naturali alla plastica, per sostituirla con materiali naturali e fra i principali candidati vi sono materiali fatti con la cellulosa delle piante e chitina, che è presente nel guscio dei molluschi, negli insetti e nei funghi. In questo caso i ricercatori hanno usato entrambe le sostanze e hanno ottenuto il nuovo materiale in due passaggi: nel primo è stata creata una soluzione di acqua e minuscole fibre di cellulosa e chitina; nel secondo la soluzione è stata spruzzata su una superficie. Una volta completamente essiccato, il materiale è flessibile, resistente, trasparente e dopo l’utilizzo si può trasformare in compost.
La pellicola è particolarmente adatta alla conservazione degli alimenti, perchĂ© la sua struttura fatta di microfibre funziona da barriera contro l’ossigeno. Per conservare i cibi, infatti bisogna evitare che questi entrino in contatto con l’ossigeno dell’aria, perchĂ© il gas attiva processi di alterazione degli alimenti.
Il prossimo passo sarĂ rendere il nuovo materiale disponibile sul mercato: a tal fine bisogna implementare i metodi per produrre la chitina a livello industriale, che sono ancora nella fase iniziale, a differenza di quelli per produrre la cellulosa che sono maturi. Parallelamente bisognerĂ rendere la pellicola di bio-plastica economicamente competitiva con le pellicole tradizionali, sviluppando un processo produttivo su larga scala.