Pianeti potenzialmente abitabili iniziano come masse gassose

Pianeta abitabile

Due fenomeni che si riteneva ostacolassero la potenziale abitabilità di un pianeta, ossia la forza delle maree ed una vigorosa attività stellare, potrebbero invece favorire la comparsa della vita nei paraggi delle stelle di massa ridotta. Queste due forze potrebbero, infatti, interagire nel trasformare pianeti simili a Nettuno, ossia grandi pianeti in orbite esterne con un nucleo solido ed una spessa atmosfera all’idrogeno, in pianeti più interni, liberi da gas nocivi e potenzialmente abitabili.

La maggior parte delle stelle della nostra galassia sono stelle di massa ridotta, chiamate anche nane M. Esse sono più piccole e tenui del sole e rappresentano buone candidate per lo studio di pianeti potenzialmente abitabili. Gli astronomi prevedono di trovare molti pianeti simili alla Terra nelle zone abitabili di queste stelle nei prossimi anni, ed è quindi importante sapere se essi siano effettivamente in grado di supportare la vita.

Fra di essi figurano le cosiddette “Super-Terre”, di massa maggiore rispetto al nostro pianeta, ma più piccoli di giganti gassosi come Nettuno ed Urano. La zona abitabile consiste nel tratto di spazio intorno ad una stella che potrebbe consentire la comparsa di acqua allo stato liquido sulla superficie di un pianeta roccioso che vi orbita, il che concederebbe alla vita una possibilità. La combinazione delle due grandi forze sopra indicate potrebbe favorire l’avvicinamento di un grande pianeta gassoso verso la propria stella, che ne disperderebbe i gas e scioglierebbe il ghiaccio presente in superficie, creando mari e laghi, e rendendo potenzialmente il pianeta abitabile.

Rimangono altri fattori di cui tenere conto: uno di essi è la formazione di un’atmosfera idonea per la creazione e lo scambio di nutrienti a livello globale. Inoltre, anche il tempismo è importante: se la perdita di idrogeno ed elio è troppo lenta mentre il pianeta è in formazione, prevarrebbe l’involucro gassoso, e potrebbe non formarsi alcuna superficie rocciosa. Se il pianeta, invece, perde idrogeno troppo rapidamente, potrebbe formarsi uno stato simile all’effetto serra, con la dispersione di tutta l’acqua disponibile nello spazio. Tutto questo rende i pianeti candidati ad ospitare la vita un enigma tutto da scoprire. (Astrobiology, 2015; 15: 57)

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