Pericolo influenza per cardiopatici ricoverati in ospedale

(Reuters Health) – Le persone che soffrono di insufficienza cardiaca, se vengono ricoverate in ospedale mentre sono vittime di un attacco influenzale, presentano maggiori possibilità di avere complicanze respiratorie e renali e anche di non sopravvivere.

L’evidenza emerge da un vasto studio statunitense condotto da ricercatori della Cleveland Cinic in Ohio.

Lo studio
Utilizzando un database nazionale, i ricercatori hanno esaminato più di 8 milioni di ospedalizzazioni associate a insufficienza cardiaca e hanno identificato 54.585 pazienti che avevano avuto l’influenza durante la degenza.

Hanno poi confrontato questo gruppo con un altro simile di pazienti con insufficienza cardiaca, ma ospedalizzati senza influenza.

Il tasso di danno renale acuto è stato del 30,3% nei pazienti con influenza, rispetto al 28,7% in quelli senza influenza.

Allo stesso modo, l’insufficienza respiratoria acuta si è sviluppata nel 36,9% del gruppo con influenza rispetto al 23,1% dell’altro.

Infine, il 6,2% dei pazienti con influenza sono deceduti in ospedale, rispetto al 5,4% di quelli che non avevano la sindrome influenzale.

Degenze più lunghe
I pazienti con insufficienza cardiaca e con influenza sono rimasti più a lungo in ospedale; la metà di loro ha passato in corsia più di 5,9 giorni, mentre metà dei pazienti senza influenza è stata dimessa entro 5,2 giorni.

Ankur Kalra, coautore dello studio, ha detto che gli esiti sono stati gli stessi indipendentemente dal luogo in cui i pazienti sono stati ricoverati.

“L’influenza è responsabile di morbilità e mortalità significative, e i pazienti con insufficienza cardiaca sono particolarmente suscettibili alle complicanze” osservano gli autori.

Le conclusioni
I risultati dello studio sottolineano la necessità di maggiori sforzi per aumentare i tassi di vaccinazione e sviluppare vaccini che forniscano una protezione più completa.

Orly Vardeny del VA Health Care System a Minneapolis e Scott Solomon, del Brigham and Women’s Hospital di Boston, concordano sul fatto che, sebbene la vaccinazione rimanga il modo migliore per ridurre il rischio aggiuntivo conferito dall’influenza, i tassi di immunizzazione sorprendentemente bassi di alcuni pazienti più vulnerabili rappresentano una sfida significativa per la salute pubblica.-

Fonte: JACC Heart Failure 2019
Ankur Banerjee

(Versione italiana Quotidiano Sanità/Popular Science)

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