Perdita di udito e demenza, confermato il collegamento

Un nuovo studio, condotto da ricercatori della Johns Hopkins Bloomberg School of Public Health di Baltimora, ha rilevato che gli anziani con una grave perdita dell’udito hanno maggiori probabilità di soffrire di demenza; probabilità che, tuttavia, scende tra gli utilizzatori di apparecchi acustici.

I risultati, ottenuti da un campione rappresentativo di oltre 2.400 anziani a livello nazionale, sono coerenti con studi precedenti che dimostrano che la perdita dell’udito può essere un fattore che contribuisce nel tempo al rischio di demenza e che il trattamento della perdita dell’udito può ridurne il rischio di comparsa.

I risultati sono evidenziati in una lettera di ricerca pubblicata online il 10 gennaio dal Journal of the American Medical Association.

“Questo studio perfeziona ciò che abbiamo già osservato sul legame tra perdita dell’udito e demenza e rafforza il sostegno per un’azione di salute pubblica volta a migliorare l’accesso alle cure per l’udito”, afferma l’autrice principale Alison Huang, ricercatrice senior associata presso il Dipartimento di Epidemiologia della Bloomberg School e presso il Cochlear Center for Hearing and Public Health.

Lo studio
Huang e colleghi hanno analizzato una serie di dati rappresentativi a livello nazionale provenienti dal National Health and Aging Trends Study (NHATS). Finanziato dal National Institute on Aging, il NHATS è in corso dal 2011 e utilizza un campione nazionale di beneficiari di Medicare di età superiore ai 65 anni.

L’analisi ha riguardato 2.413 persone, circa la metà delle quali aveva più di 80 anni, e ha mostrato una chiara associazione tra la gravità della perdita uditiva e la demenza. La prevalenza della demenza tra i partecipanti con perdita dell’udito moderata/grave era superiore del 61% rispetto a quella dei partecipanti con udito normale. L’uso di apparecchi acustici è stato associato a una prevalenza di demenza inferiore del 32% negli 853 partecipanti con perdita uditiva moderata/grave.

Gli autori fanno notare che molti studi precedenti erano limitati in quanto basati sulla raccolta di dati clinici senza considerare i gruppi vulnerabili che non avevano i mezzi o la capacità di ottenere assistenza medica. Per il loro studio, i ricercatori hanno raccolto dati dai partecipanti attraverso test e interviste a domicilio.

Non è ancora chiaro come la perdita dell’udito sia collegata alla demenza e gli studi indicano diversi possibili meccanismi. La ricerca di Huang si aggiunge a una serie di lavori del Centro Cochlear per l’udito e la salute pubblica che esaminano il rapporto tra perdita dell’udito e demenza.

Gli autori dello studio si aspettano di avere un quadro più completo dell’effetto del trattamento dell’ipoacusia sulla cognizione e sulla demenza grazie allo studio Aging and Cognitive Health Evaluation in Elders (ACHIEVE). I risultati dello studio randomizzato triennale sono attesi per quest’anno.

Fonte: Johns Hopkins Bloomberg School of Public Health

 

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