Particolato fine aumenta rischio autismo

Autismo isolato

Le donne esposte ad elevati livelli di particolato fine, specificamente durante la gravidanza, ed in particolare durante il terzo trimestre, possono andare incontro ad un rischio anche raddoppiato di avere un bambino autistico rispetto a quelle che vivono in aree dall’atmosfera meno inquinata, ed il rischio aumenta linearmente con l’entità dell’esposizione a questi contaminanti. I dati derivati da un recente studio, forniscono ulteriore supporto all’ipotesi secondo cui l’esposizione materna all’inquinamento atmosferico contribuisca al rischio di disordini nello spettro dell’autismo. Precedenti ricerche avevano suggerito che, oltre ai fattori genetici, anche l’esposizione a contaminanti ambientali nell’aria possa influenzare il rischio di autismo, specie durante la gravidanza e le fasi precoci della vita.

In particolare, è stato riscontrato che l’esposizione alle particelle PM 2,5 risulta significativamente associata all’autismo durante la gravidanza, ma non prima o dopo, e che le particelle più grandi (PM 10-2,5) non sembrano avere parte in questa associazione. Le prove a supporto del ruolo dell’esposizione materna all’inquinamento nello sviluppo dell’autismo si stanno accumulando sempre di più, e non soltanto ciò aiuta a comprendere meglio le origini dei disturbi di questo tipo, ma apre anche le porte alla progettazione di possibili misure preventive. (Environ Health Perspect online 2014, pubblicato il 18/12)

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